La Vecchia Cantina di Montepulciano – Una storia nel vino

I suoi vigneti si estendono sui fianchi della collina e sui pendii sottostanti, nella zona geografica destinata alla produzione del Vino Nobile di Montepulciano.  Qui, saldamente piantata nel territorio storico di Montepulciano, alle porte della città, si trova la Vecchia Cantina di Montepulciano che si occupa di produzione di vino da oltre ottant’anni.

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Jutta Wilhelm Coerper, artista e designer

Jutta è nata a Coblenz, nella regione tedesca della Renania, durante la Seconda Guerra Mondiale e ha studiato arte e design a Dusseldorf.  Aveva sempre sognato di lasciare la Germania per viaggiare, e trascorse un anno a Roma per studiare e lavorare all’estero.  Quando, dopo 6 anni di scuola d’arte, si presentò la possibilità di trascorrere un periodo in Sudafrica lavorando per un’azienda tessile, la giovane Jutta colse al volo l’occasione.  Trascorse i successivi otto anni in Africa, dove finì per lavorare come responsabile del design in tre diverse aziende.   È durante questo periodo che sviluppò un grande amore per la cultura africana e prendendo coscienza della difficile situazione della popolazione africana sotto l’Apartheid. Sempre in questo periodo, ha sviluppato un interesse per le questioni sociali di diversi popoli indigeni che coltiva ancora oggi.

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La casa di un vescovo in Toscana

La parte più antica della casa, la torre centrale, risale al XV secolo e il suo scopo originale era quello di torre di guardia a protezione del fianco della Toscana dall’Umbria papale. Divenne una casa nel 1771 quando furono aggiunte due ali a sinistra e a destra della torre dalla famiglia Tommasi, il cui stemma adorna una grande pietra incastonata nel muro sopra la porta principale. Questo si ripropone continuamente, consumato dal tempo, sulle pietre di copertura dei montanti divisori delle bellissime finestre bifore in pietra, nella parte anteriore dell’edificio. La famiglia Tommasi non è l’unica ad aver lasciato traccia del suo passaggio nella casa: la parte anteriore mostra una magnifica targa in ceramica del XVII secolo, proveniente da Doccia e raffigurante la Madonna dei Sette Dolori. La Madonna trova le sue origini in Toscana, quando sette giovani fondarono l’Ordine dei Servi e istituirono i Sette Dolori come devozione principale del loro ordine. È un’opera bellissima che si ammira ancora nella sua nicchia originale.

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La favola dell’Incanto

E se siete in vena di carne, è qui che dovete cenare! Il menù di carne propone infatti una scelta di primissima qualità, con tipologie provenienti da tutto il mondo, come ad esempio i ricercatissimi Kobe Giapponese ed Angus irlandese. Il locale dispone di speciali frigoriferi per la frollatura, grazie a cui i tagli vengono sottoposti ad un processo di minimo 30 giorni prima di essere pronte per la consumazione.

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Le notti del Kartika

Gaia e Alessio, come detto, sono i deus ex machina del Kartika: «Da sempre siamo appassionati di locali – racconta carica d’entusiasmo Gaia -, appena sono tornata da Londra dove ho vissuto diversi anni (cantando in un gruppo rock, ndr) mi sono innamorata di questo posto, e con mio padre Paolo, Alessio, e tanti altri ragazzi davvero in gamba, abbiamo realizzato questo sogno».

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Apollo e Dioniso contro il grande nulla

Un inno al superamento continuo dei propri limiti, non v’era mai spazio per la resa né per la prudenza di una navigazione sotto costa. Frecce scagliate sempre più lontano, oltre la nebbia, in cerca di nuove terre. Sedute talvolta massacranti, prima e dopo lunghe giornate di lavoro – per nascita e ventura votate all’esercizio dell’intelletto ed alle relazioni umane, altri miei straordinari talenti.

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Tra Piero e Frida meno di sette gradi

Perché il tempio di Piero della Francesca dovrebbe ospitare Frida Kahlo? Potrebbe sembrare uno di quegli accostamenti temerari – e spessissimo comunque di successo – a cui ci ha abituato il marketing dell’evento espositivo. Tra l’uno e altro, non ci fossero i secoli a separarli, basterebbe anche oggi la distanza spaziale tra Europa ed America Latina ma Piero della Francesca non è nuovo ad incontri impossibili a partire da quello con Burri, che, nella mostra Visitazioni del 2015, coabitò in modo pericolosamente ravvicinato con la Resurrezione. Allora i sette gradi di separazione furono garantiti dall’allestimento in due stanze diverse, oggi Frida Kahlo.

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Tradizione, gusto e salute nei giardini dedicati al celebre pittore

Per noi bambini degli anni Ottanta questo è sempre stato “il giardino dei pesci”, perché la grande vasca rotonda con i pesci rossi era una delle nostre attrazioni preferite. E poi c’è lei, la statua di Piero della Francesca, il pittore che i biturgensi imparano ad amare non appena nati e l’adiacente canonica della chiesa di San Francesco

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“Dal Grigino”, tra piatti tipici e sapori di terra e mare

Grande attenzione alle materie prime e alla stagionalità: funghi, tartufi e verdure di stagione la fanno da padroni, alternandosi nel corso dell’anno per arricchire paste fatte in casa e carni. Celebre la “tartare del Grigino”, ma anche la tagliata di manzo aromatizzata con diverse spezie e condimenti e la superba Fiorentina.

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La terra incontra il mare alla Tenuta di Belguardo

Vitigni autoctoni come il Sangiovese, l’Alicante e il Vermentino e vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc e il Syrah, impiantati ad un’altitudine media dai 50 ai 180 metri s.l.m., esposti a sud-ovest, radicati in terreni con elevata presenza di ‘scheletro’ – con roccia di tipo alberese e arenaria. E l’alito del Tirreno a stimolare la magia e la complessità di questi vini: il “Belguardo Tirrenico” Maremma Toscana Doc, la “Tenuta Belguardo” Maremma Toscana Doc, il “Belguardo Bronzone” Morellino di Scansano Riserva Docg, il “Belguardo Codice V” Vermentino Maremma Toscana Doc, il “Belguardo Vermentino” Vermentino di Toscana Igt ed infine il “Belguardo Rosè” Toscana Igt.

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