“Girare con Dino è stato divertentissimo e ci ha insegnato ogni giorno qualcosa di più su Città di Castello e sulla ‘Tiferno’ che fu, ci ha fatto vivere momenti bellissimi e provare nostalgia per epoche che noi, per motivi anagrafici, non abbiamo mai vissuto ma che, grazie a lui e ai suoi racconti, ci è sembrato di poter vedere, toccare e sentire”, prosegue.
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“Nasco dalla fotografia artistica, concettuale, anche se la codifica professionale mi ha fatto scoprire aspetti del mio lavoro che non avrei immaginato… Amo, ad esempio, i servizi per i matrimoni – che condensano ed esauriscono in un giorno l’intero repertorio di settore: moda, reportage, storytelling, arte e scenografia”. L’ossessione di avere un matrimonio unico, spesso porta ad un esito lontano dalle aspettative: “Meglio essere sé stessi”, dice Francesca.
read more >Il Centro si configura come un ambiente educativo e uno spazio di formazione aperto a persone di diversa età, categorie e culture; un luogo dove sviluppare la propria socialità ed esercitare la propria creatività, partecipando alle attività proposte e da vivere quotidianamente.
read more >La mostra “Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo” nella Pinacoteca comunale di Città di Castello si avvicina alla fine. Chiuderà i battenti il 9 gennaio 2021 con un successo di visitatori che solo nei primi 15 giorni di apertura ha sfiorato quota mille.
read more >L’istituto d’istruzione superiore di Sansepolcro G. Giovagnoli è da sempre la palestra della creatività della Valtiberina, sia nell’arte che nelle professioni, grazie ai suoi molteplici indirizzi che permettono ai giovani di sviluppare il particolare talento su una disciplina specifica.
read more >Laura sente profondamente la necessità di contornarsi del bello – e per questo lavora al completamento delle sue ‘stanze delle meraviglie’, di memoria ottocentesca, per appagare completamente questa sua aspirazione, non solo estetica ma a questo punto essenziale e ‘vitale’.
read more >Jutta è nata a Coblenz, nella regione tedesca della Renania, durante la Seconda Guerra Mondiale e ha studiato arte e design a Dusseldorf. Aveva sempre sognato di lasciare la Germania per viaggiare, e trascorse un anno a Roma per studiare e lavorare all’estero. Quando, dopo 6 anni di scuola d’arte, si presentò la possibilità di trascorrere un periodo in Sudafrica lavorando per un’azienda tessile, la giovane Jutta colse al volo l’occasione. Trascorse i successivi otto anni in Africa, dove finì per lavorare come responsabile del design in tre diverse aziende. È durante questo periodo che sviluppò un grande amore per la cultura africana e prendendo coscienza della difficile situazione della popolazione africana sotto l’Apartheid. Sempre in questo periodo, ha sviluppato un interesse per le questioni sociali di diversi popoli indigeni che coltiva ancora oggi.
read more >I resoconti dei lavori riportano la ricostruzione che allora fece Francesca Abbozzo, coordinatrice scientifica del convegno e direttrice del restauro degli affreschi. Per lungo tempo venne adibito a magazzino per il tabacco. A metà degli anni Cinquanta l’affresco era già irriconoscibile e fu solo nel 2008 che si provò a saggiare che cosa si nascondesse sotto lo strato del tempo e i residui di un uso improprio. “Così emerse il Cenacolo e quindi, a seguito di altri saggi, cominciò ad emergere una seconda parete su cui si imponeva la figura di un domenicano. Gli affreschi del XV secolo convivono con uno strato più antico risalente ad almeno due secoli prima, che hanno una natura chiaramente templare”. Costituiscono l’apparato decorativo originario di questa, che poteva essere una chiesa ma anche un tempio, dato che i motivi rimandano alla pietra del tempio di Gerusalemme.
read more >La Valle Museo è più vicina. Che cosa si intende con questa espressione? Si dice che sia stata coniata qualche buon decennio fa dal gallerista tifernate Luigi Amedei e poi sia divenuta un’efficace (e abusata) sintesi di politiche turistiche e culturali interregionali tra Città di Castello e Sansepolcro.
read more >Perché il tempio di Piero della Francesca dovrebbe ospitare Frida Kahlo? Potrebbe sembrare uno di quegli accostamenti temerari – e spessissimo comunque di successo – a cui ci ha abituato il marketing dell’evento espositivo. Tra l’uno e altro, non ci fossero i secoli a separarli, basterebbe anche oggi la distanza spaziale tra Europa ed America Latina ma Piero della Francesca non è nuovo ad incontri impossibili a partire da quello con Burri, che, nella mostra Visitazioni del 2015, coabitò in modo pericolosamente ravvicinato con la Resurrezione. Allora i sette gradi di separazione furono garantiti dall’allestimento in due stanze diverse, oggi Frida Kahlo.
read more >La prima testimonianza storica si ritrova in una pergamena del 1010 conservata nell’Abbazia di San Lorenzo a Coltibuono, in quel documento viene chiamata plebes Sanctae Mariae quae dicitur Novella – con il termine novella nel medioevo si usava indicare un nuovo terreno messo a coltura.
read more >San Francesco, alter Christus. Davvero emozionante la ricerca di Umberto Pippolini non fosse altro che per lo spessore della sua voce che si infiamma e si fa profetica. Ma perché è così importante, in senso simbolico, la (ri)scoperta del vero volto di Francesco nel suo dipinto? Di certo per la natura del quesito, eminentemente metafisica, che interpreta il bisogno umano di trascendenza – in questa immagine che è epifania e rivelazione del Cristo stesso, mistero della vita nel suo ‘alto fattore’. Una vista che soddisfa un desiderio immediato: la necessità esistenziale di abbracciare il Sacro, di averne una percezione diretta, per quanto mediata dall’arte: “Quest’immagine di San Francesco è fedele al Santo, per un motivo più intrinseco che una semplice ipotetica somma di motivi somatici; lo è perché è un’immagine che vive di un riflesso
read more >Anche se il suo stile è fortemente condizionato dalle sculture cinetiche in fil di ferro di Alexander Calder e dalle opere di Picasso, Antonio si avvicina in particolar modo al mondo animale e all’ambiente naturale. Ha intrapreso la sua carriera artistica creando sculture astratte, oggi invece tra le sue “creature” troviamo bestie del mondo reale come cinghiali, cervi, cani e bovini, oltre ad animali più esotici tra cui rinoceronti e coccodrilli. Le sue opere sono spesso create utilizzando materiali di scarto e riciclati, tramite i quali ha ideato il concetto di “land art”. Per queste installazioni Antonio cerca luoghi sulle montagne o in campagna e costruisce le sue sculture con i materiali che trova sul posto.
read more >Le opere di Rosy sono legate in maniera particolare a due temi paralleli: la giustizia sociale e le difficoltà affrontate dai rifugiati in fuga dai paesi dilaniati dalla guerra. Il suo obiettivo è di comunicare, educare e modificare l’opinione pubblica attraverso la sua arte; le sue creazioni dimostrano infatti, compassione ed empatia. L’opera multimediale “Honorum” esprime proprio questo: è una creazione personale atta a onorare le vite dei bambini rifugiati, annegati nel Mar Mediterraneo.
read more >Dal mese di febbraio la città etrusca gode di un nuovo collegamento veloce con le grandi città del Nord Italia. Il treno Frecciarossa consente di spostarsi fra Milano e la nostra stazione in tre ore e questo renderà ancora più facile e confortevole visitare le nostre bellezze. La situazione sanitaria è ancora difficile ma l’Amministrazione Comunale, insieme a tutti gli operatori culturali e turistici, ha pronto un programma di eventi in totale sicurezza, oltre che una serie di pacchetti che prevedono la possibilità di «rifugiarsi» insieme ai propri familiari in una delle strutture ricettive del territorio. Cortona è un piccolo centro, con un grande cuore e con un territorio vastissimo e variegato: dalla montagna, alle dolci colline fino alle vallate, dove si producono alcune delle più interessanti eccellenze enogastronomiche della Toscana. Già da questa primavera, compatibilmente con le condizioni sanitarie, saranno allestite mostre e realizzati i primi eventi della stagione. L’idea di scegliere Cortona per il proprio «buen retiro», rispetto alla vita nelle grandi città, sta iniziando a fare breccia fra le scelte degli stili di vita post-Covid19. Già alcuni professionisti hanno deciso di trascorrere qui parte del loro tempo, potendo continuare a lavorare a distanza.
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