di Valentina Piccini

 

Uno sguardo sulla mostra “Raffaello Giovane a Città di Castello”, corredata da un ricco apparato iconografico, novità e 17 saggi scritti da alcuni tra i più importanti studiosi dell’artista nelle oltre 200 pagine del volume dedicato.

 

 

La mostra “Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo” nella Pinacoteca comunale di Città di Castello si avvicina alla fine. Chiuderà i battenti il 9 gennaio 2021 con un successo di visitatori che solo nei primi 15 giorni di apertura ha sfiorato quota mille.

Nell’ambito delle iniziative collaterali è stato presentato il catalogo, oltre duecento pagine che costituiscono un importante tassello per gli studi sull’attività giovanile di Raffaello Sanzio, con particolare attenzione alle esperienze che il pittore visse a Città di Castello tra il 1499 e il 1504.

A cura di Laura Teza e Marica Mercalli è stato pubblicato da Silvana Editoriale, presenta un ricco apparato iconografico e si correda di 17 saggi scritti da alcuni tra i più importanti studiosi di Raffaello del panorama internazionale (Filippo Camerota, Tullia Carratù, Angela Cerasuolo, Matteo Ceriana, Donal Cooper, Sybille Ebert-Schifferer, Sylvia Ferino-Pagden, Alessandra Ferlito, Tom Henry, Rudolf Hiller von Gaertringen, Francesca Mavilla, Marica Mercalli, Laura Picchio Lechi, Giorgia Pinto, Matteo Procaccini, Maria Rita Silvestrelli, Francesco Paolo Di Teodoro, Laura Teza, Carla Zaccheo), oltre che di una sezione dedicata all’edizione critica dei documenti relativi alla presenza del giovane Raffaello a Città di Castello.

Tra le novità, la ricostruzione scientifica a colori della prima opera documentata di Raffaello, l’Incoronazione di San Nicola da Tolentino, a cura di Francesco Paolo Di Teodoro e Filippo Camerota, visibile in mostra attraverso un’installazione digitale prodotta dal Museo Galileo di Firenze, e il resoconto scientifico dell’importante intervento di restauro, ad opera dell’Istituto Centrale del Restauro (ICR), del Gonfalone della Confraternita della SS. Trinità, unica opera mobile dell’artista rimasta in Umbria, oggi collocata alla Pinacoteca comunale di Città di Castello nella stessa sala del ‘Martirio di San Sebastiano’, di Luca Signorelli, uno degli artisti più studiati dal pittore urbinate negli anni della sua giovinezza. Il restauro ha permesso di colmare alcune delle lacune presenti nell’opera e lasciate ‘a vista’ nel precedente intervento del 2006, sempre curato dall’ICR.

Ben trentuno schede sono poi dedicate alle opere in mostra, alcune delle quali sono state rilette alla luce dei nuovi studi, offrendo importanti informazioni inedite. Sono analizzati i tre frammenti della Pala Baronci e tre disegni di Raffaello presenti in mostra, oltre alle opere di Giovanni Santi, Perugino e Pintoricchio, fondamentali per la formazione dell’artista. Vengono esaminate alcune tavole di Luca Signorelli, Girolamo Genga e Francesco Tifernate e una sezione è stata dedicata ad alcune copie, dipinte o a stampa, del celebre Sposalizio della Vergine, ultima opera realizzata dall’artista in città.

Alla presentazione del catalogo hanno partecipato la professoressa Michela di Macco, presidente del Comitato nazionale per i 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, e il professor Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna dell’Università La Sapienza di Roma e Accademico Linceo. Sono intervenuti, inoltre, le due curatrici della mostra, Marica Mercalli e Laura Teza, Antonella Tiranti, dirigente del Servizio Turismo della Regione Umbria, l’assessore comunale alla Cultura di Città di Castello, Michela Botteghi e l’onorevole Walter Verini.

“Il Comitato – ha dichiarato di Macco – ha molto apprezzato questo progetto scientifico e ha dato il suo contributo perché potesse essere trasferito nel catalogo. Sono molto soddisfatta di questo perché Città di Castello rappresenta un momento determinante per capire Raffaello giovane, la sua capacità di guardarsi intorno, di recepire e combinare in modo del tutto innovativo per la sua capacità di sintesi inventiva. Con questa mostra il patrimonio artistico, storico e culturale si arricchisce ulteriormente e Città di Castello è protagonista di questo percorso”.