Il tempo dell’Idea, come quello dell’Amore, è il tempo di ciò che è Vero, Reale e Razionale. Non esiste infatti verità essenziale, ontologica, senza una consistenza sensibile ed emotiva e, viceversa, senza trasposizione ideale nel mondo della scelta e della possibilità. Come diceva Ludwig Wittgenstein a proposito dei limiti della logica: “Tu non puoi negare che sotto la tua scrivania ci sia un rinoceronte”.
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C’è un filo sottile, come quello cucito e preordinato dalla Parche, ad unire l’assoluta bellezza del paesaggio fisico e lo spirito dell’atleta che proporzioni e dimensioni non possiede: invisibile, non composto di parti ma di pensieri infiniti e volontà non circoscritta, l’animo tutto tende al superamento di sé stesso.
read more >Chissà se poi tutto questo incanto del vivere si fermerà al sognante, esclusivo aperitivo. Oppure seguirà dell’altro: forse una cena in famiglia e un certo senso circolare delle cose. Poi un sonno riparatore nelle cavità perdute di un animo appiattito, un azzeramento riparatore che concederà, mirabilmente, seconde possibilità.
read more >Oggi con ragioni molto maggiori – dalla sovrappopolazione urbana all’inquinamento, dall’indistinto etico e morale alla confusione dei generi, torniamo alla natura per ritrovare questo equilibrio perduto. Non sentite voi questa urgenza? Di sfuggire a queste vere e proprie metastasi della modernità?
read more >Esistono due tipi di giustizia per l’uomo stesso: un tipo legato alla natura – che segue le leggi della necessità – l’altro legato allo spirito e che si accorda con le leggi della libertà, con i suoi principi incorruttibili.
read more >Se l’ascesa dell’eguaglianza delle condizioni, come già rilevò Alexis de Tocqueville, fu un dato storiografico e una certezza già nell’Ottocento, defunte le grandi ideologie del Novecento e scavalcato il Secondo Millennio nella novella civiltà digitale, lo stato di eguaglianza è oggi pura indifferenziazione globalista. E come ogni ‘indifferenziato’ va destinata al posto che le compete: la discarica generalista.
read more >Ma per chi abbiamo fatto queste barricate, alzando dei muri invalicabili con le famiglie dirimpetto – d’improvviso assurte a infide squadracce, a bande di untori? “Per conto della borghesia, che crea falsi miti di progresso?”, cantava Franco Battiato. Non direi. Poiché la borghesia è stata annientata dal progressismo globalista che va sventolando la nuova bandiera post-marxista del primato dell’economia sulla politica. E con valanghe di denaro mantiene una pletora di nuovi mandarini cinesi alle dipendenze di grandi gruppi finanziari e di élites governative conniventi. Poi parallelamente combatte una guerra di trincea tentando di trasvalutare tutti i simboli e gli usi tradizionali della civiltà occidentale, a partire dal concetto archetipale di identità di genere.
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