Di Patrizia Cherici
Un nuovo incontro con l’affermato binomio ‘ProjectHouse’ e ‘3Energy’, per affrontare due nuovi argomenti di estremo interesse in materia di futuro dell’edilizia e della termodinamica sostenibile: ‘VMC’ e ‘cappotti termici’. Parlando di impiantistica a tutto tondo, normalmente le aziende propongono soluzioni quali caldaie o stufe a pellet, strumenti che però hanno un limite: soddisfano il fabbisogno invernale, perdendo di efficacia nei mesi estivi. Al contrario, la pompa di calore è già un generatore che, in un’unica spesa, riesce a ricoprire il fabbisogno di tutto l’anno essendo in grado di generare sia riscaldamento che raffrescamento, anche con fluido termovettore acqua.
Quale problema può insorgere allora quando si riscalda o si raffredda casa? Se si aprono le finestre per il ricambio d’aria, si ha una dispersione del freddo in estate – e del caldo in inverno. Un’ottima soluzione per ovviare a tale inconveniente è abbinare al generatore unico, il servizio della VMC (Ventilazione Meccanica Controllata): si tratta di una macchina aggiuntiva che garantisce il giusto ricambio dell’aria negli ambienti, con il massimo abbattimento delle dispersioni termiche, controllandone i parametri principali, quali temperatura e umidità.
Ci sono due tipologie di VMC: ‘l’impianto centralizzato’ e ‘l’impianto puntuale’. Il primo, trattandosi di un’installazione più invasiva, va previsto nel momento della progettazione della casa ‘ex novo’ o di una ristrutturazione importante; in questo caso la macchina viene posta al centro dell’abitazione ed è estratto un certo volume d’aria (che varia a seconda della tipologia dell’edificio) dai locali dove l’aria è più consumata, come cucine e bagni. Lo stesso quantitativo di aria viziata, estratta dall’abitazione, viene reimmesso nei locali più vissuti, come camere o soggiorni, prendendola direttamente dall’esterno e trattandola attraverso un sistema di riscaldamento/raffrescamento, che preleva la giusta temperatura da quella casa e la cede a quella reimmessa, attraverso un vero e proprio incrocio di flussi: questo meccanismo neutralizza le dispersioni termiche. “Nel caso di case già abitate invece” – spiegano – “Attraverso un intervento meno invasivo, utilizziamo gli ‘impianti puntuali’: facciamo delle carotature nei muri delle varie stanze ed in ognuna è inserito un singolo impianto, detto appunto ‘puntuale’, che funziona con una semplice presa di corrente e ricambia l’aria solo in quella determinata stanza”.
Si tratta, come ben si può dedurre, di prodotti di nicchia, altamente innovativi e con ottimi risultati anche dal punto di vista del risparmio energetico. Proprio per questo negli ultimi due anni, potendo usufruire anche dell’occasione del super bonus, ProjectHouse e 3Energy li hanno proposti, riscuotendo buoni risultati e ottime soddisfazioni dato che installando impianto fotovoltaico, batterie d’accumulo ed impianto VMC, le bollette si sono quasi completamente azzerate.
Ai fini dell’efficientamento energetico è fondamentale però il binomio edificio/impianto: “In passato si interveniva solo sull’isolamento delle strutture e, solo in un secondo momento, sull’impiantistica; ma per ottenere la massima efficienza occorre l’abbinamento delle due componenti. Non è possibile, infatti, pensare di effettuare un preventivo per l’installazione di un determinato impianto, senza prima fare tutte le valutazioni necessarie relative alla tipologia, alle singole caratteristiche dell’edificio e al calcolo delle dispersioni.
Una volta effettuata l’analisi del fabbricato ed individuati i punti più deboli di dispersione, si interviene con la più adatta scelta progettuale, sia che sia a livello impiantistico, che di isolamento oppure di entrambe”, precisano.
Fino a pochi anni fa con il termine ‘cappotto’, si faceva riferimento a quello classico fatto con il polistirolo e quindi l’efficacia dello stesso era evidente solo in relazione al periodo invernale: nei mesi estivi, infatti, essendo il polistirolo un materiale plastico, il potere isolante è molto più scadente. Per ottenere l’effetto isolante anche d’estate occorre che il materiale utilizzato per creare il cappotto non sia un materiale leggero, ma un materiale che fa massa e quindi pesante, onde evitare che il caldo da fuori entri all’interno.
Ecco che dunque entrano in gioco tanti altri materiali che sì hanno un prezzo maggiore, ma che tuttavia riescono a coprire completamente il fabbisogno di una casa, a 360° e per tutto l’anno: “Possiamo citare le fibre di legno, la lana di roccia, la lana di vetro, tutti materiali fibrosi ad alta densità. Ne occorre uno spessore maggiore rispetto al polistirolo: si passa dai 12 cm a 14/16 cm, così da realizzare il giusto compromesso in grado di dare efficienza tutto l’anno.
Altra caratteristica importante di questi componenti – che garantisce in particolare un benefico isolamento durante il periodo estivo – è che hanno un alto indice di traspirabilità; ovvero già di suo questa tipologia di cappotti contribuisce molto meno alla formazione di muffe e alla creazione di condense. Specie in abbinamento alla VMC – che genera ventilazione forzata in casa, andiamo ad aumentare i benefici dell’aria e quindi ad eliminare del tutto la produzione di muffe”.
“La forza che abbiamo – racconta Michela – è la sinergia che si crea tra i compiti svolti dalla ProjectHouse, nell’ambito della valutazione ed analisi dell’edificio, e la parte riguardante l’impiantistica svolta da 3Energy; si giunge così alla formulazione di un preventivo ad hoc che ricopre in toto le esigenze di chi si rivolge a noi, dalla progettazione strutturale, architettonica ed impiantistica, all’effettiva realizzazione sul campo di quanto progettato, garantendo ottimizzazione dei tempi e risparmio economico”.
Info: ProjectHouse – 3Energy, Viale Nardi 18/A, Selci – San Giustino (Pg)
Tel. 333 5743924 / 392 8882316
Mail: projecthouse2012@libero.it – alessio.3energy@gmail.com
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