“Il gioco lascia presagire ciò che può accadere in un altrove remoto, tra spiriti divini, in mondi sconosciuti”.

Ernst Junger, “Cacce Sottili” (Ricordi di Rehburg)

 

Difendersi dalla miseria del materialismo tecnocratico moderno? Come?

Con la Scienza del Bene.

Mai e poi mai sarò convinto dalla parabola marxista del dominio delle sovrastrutture economiche su quelle morali e culturali – giammai da qualsiasi neo-determinismo burocratico, scientifico, tecnocratico o liberista.

Ogni cosa in realtà e a suo modo trova posto nel microcosmo o macromondo che gli compete – da cui si origina e al quale tende eternamente e ciclicamente. Come dice Platone nel libro VI e VII della sua ‘Repubblica’, trattato sulla giustizia e sullo stato ideale, il Bene detiene il primato sopra le altre Idee. Esso è l’unica ‘sovrastruttura’, per dirla con i termini cari al padre del Manifesto Comunista – l’unico ‘archetipo’ e ‘motore immobile’ della condotta umana, preferiamo noi.

Parimenti, il determinismo post-illuminista che promuove una sorta di eudemonia economica ad oltranza in grado di risolvere ogni questione di prosperità, libertà e benessere sociale, mi pare una panzana ormai impresentabile dato che, è sotto gli occhi di tutti, il denaro ed il potere si concentrano nelle mani di pochi e sono gestiti, in modi più o meno manifesti ai più, dalle menti degli stessi pochi.

In questa mitopoiesi del ‘Bene’ e del ‘Giusto’, Platone afferma il primato del Bene sulle altre idee, paragonandolo al sole: “Come nella sfera visibile la luce del sole e la vista correttamente si possono ritenere simili al sole, ma non è corretto ritenere che esse siano il sole, così in quest’altra sfera è corretto ritenere che ‘Scienza’ e ‘Verità’ siano entrambe simili al Buono, ma scorretto sarebbe pensare che l’una o l’altra di esse siano il Buono: degna di onori ancor più alti è la condizione di Buono” (Repubblica, 509a).

Dal Bene si irradiano così ‘verità’ (ἀλήθεια) e ‘scienza’ (ἐπιστήμη). Esso ha un posto preminente e primigenio rispetto alle altre idee, le quali traggono da esso stesso un legittimo fondamento ontologico.

Non è dunque concepibile una definizione più accurata del Bene stesso, se non quella tra mistico e logico, divino e razionale, dell’immagine del Sole, la più alta poiché contempla la doppia natura dell’uomo – che ha radici in cielo e rami che abbracciano la terra. Una natura, un’anima, eminentemente re-ligiose, che cercano l’antico legame pontificale tra cielo e terra, tra faccende umane e divine.

Gli stessi giochi disposti nel nostro mondo, in modo più potente ed elevato, avvengono nell’altro.

Indagare e comprendere la natura del Sole, causa e fondamento dell’essere stesso, è esercitare la Scienza del Bene. Dalla quale tutte le altre scienze discendono.

 

Ascolto consigliato: “High Hopes”, Pink Floyd