DI SIMONE BANDINI

Questa storia affonda le radici, è il caso di dire, nel secolo scorso, allorché i nonni di Amedeo, agricoltori, acquistano un podere in Val d’Orcia, eletta Patrimonio Unesco per lo splendore del paesaggio e l’equilibrio perfetto tra natura e attività dell’uomo. Sono passati cinquant’anni. Quell’intuizione primigenia – miscela di genio, intuizione e lavoro, per citare “Amici miei” – è divenuta il Mulino della Val d’Orcia, evocativa rivendita di prodotti artigianali, agriturismo tipico, ristorante, e tutt’intorno infiniti campi e colline fintanto che l’occhio può contemplarli.


«Siamo biologici dal 1992 – racconta Amedeo – quando era un’attività non proprio di moda bensì originale e coraggiosa; io sono nato nel 1989 e con mia sorella Laura abbiamo deciso di portare avanti l’idea di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e al tempo stesso in grado di ricavare il massimo della qualità dal punto di vista del gusto dei prodotti». Nelle estati degli anni ’90 i fratelli andavamo ad aiutare i genitori nei campi, con trattori, mietitrebbia e arnesi del mestiere: «Siamo cresciuti in questo mondo – riprende il titolare – poi mi sono laureato in Agraria, abbiamo iniziato a lavorare con le fattorie didattiche (con le scuole che spesso vengono a trovarci)».

Il babbo di Amedeo e Laura produceva pasta fresca che poi rivendeva nei mercati: «Abbiamo affinato questo settore, tramite l’acquisto di una macchina per la pasta e un essiccatore, oggi lavoriamo grani di alta qualità provenienti in gran parte dalla nostra azienda, di circa cento ettari, e seguiamo l’intero ciclo produttivo, dalla semina alla vendita». I grani antichi coltivati in questi campi comprendono sette genotipi studiati in collaborazione con l’Università di Firenze: «Sono i migliori per l’agricoltura biologica: Senatore Cappelli, Verna, Gentil Rosso; essendo alti coprono le piante infestanti e non servono i pesticidi ed a livello nutrizionale contengono tanti sali minerali, vitamine e un bassissimo contenuto di glutine che li rende particolarmente saporiti e digeribili».

Amedeo, da vero esperto qual è della materia, parla snocciolando termini appropriati, talvolta accademici e l’impressione, ascoltandolo, è di trovarsi di fronte a un conoscitore scrupoloso della materia. Oggi la pasta del Mulino della Valdorcia è ricercata da tanti ristoratori ed appassionati grazie al sapore inconfondibile conferito dal grano macinato a pietra – laddove il colore scuro, sinonimo di qualità, è dato dai minerali che si trovano nella parte esterna al chicco. Ma con cosa si sposa questa pasta? «Come condimenti consigliamo il ragù bianco di Chianina, Aglione, e in generale sughi a base di selvaggina». I prodotti si possono acquistare sul posto (vedi contatti a fondo articolo), nei negozi tipici della Val d’Orcia, oppure ordinandoli dal sito (www.mulinovaldorcia.it). Noi consigliamo l’esperienza diretta, ovvero di andare al ristorante – che si chiama Locanda del Mulino – che oltre ad essere un luogo meraviglioso tra le altre bontà propone crostoni, antipasti selezioni di salumi e formaggi, vino di produzione propria (Lamone Orcia Doc) così come l’olio. Al negozio è possibile acquistare pacchi regalo «fai da te», o, vista la stagione, natalizi con spedizioni in tutta Italia.

In quest’angolo di Val d’Orcia il tempo sembra essersi fermato. Qui lavorano quindici ragazzi provenienti da San Quirico d’Orcia, Montepulciano, Chianciano. «Inoltre – riprende Amedeo – una cosa importante riguarda la possibilità, per le aziende biologiche, di portare a macinare qui il loro grano: lo trasformiamo in pasta o farina, lo imbustiamo e lo etichettiamo con il logo della loro azienda; si tratta di un segmento in forte ascesa di cui andiamo fieri, sono sempre di più le imprese che ci scelgono per la macinazione».

«La nostra storia – conclude il titolare – affonda le radici nella tradizione mezzadrile e la passione per la terra viene tramandata di padre in figlio da generazioni; il mulino si trova nell’edificio che un tempo ospitava la rimessa degli attrezzi agricoli dei nonni mezzadri, così come i nostri agriturismo sorgono negli edifici colonici che un tempo ospitavano granai, stalle e abitazioni, ristrutturati secondo la tradizione delle campagne senesi. Gli ospiti dei nostri agriturismo (Castello di Spedaletto, Lamone e Lamino) possono ‘vivere’ la nostra azienda, visitare tenute, mulino e pastificio, oltre a degustare i prodotti all’ora di pranzo, per una esperienza culturale a tutto tondo nel cuore pulsante della Toscana».

Un po’ di numeri: L’azienda nasce nel 1992 a Pienza. Si estende per più di 100 ettari, 85 dei quali seminativi (dove si coltiviamo cereali, quali grano duro, tenero, farro, avena e orzo; in rotazione con legumi quali ceci, lenticchie, fagioli e trifoglio alessandrino). Cinque ettari sono adibiti alla coltivazione di olivi e vite.

 

Info, prenotazioni ed ordinazioni: Mulino Val d’Orcia e Locanda del Mulino, loc. Spedaletto, Pienza (Si) / www.mulinovaldorcia.it / info@mulinovaldorcia.it / Tel. 345 2329477