Di Simone Bandini

 

“Tutto è artificiale, tutto è naturale”.

 

La storia dell’amicizia tra Pier Luigi Bagni e Luca Foschi è un fiore d’oro: di quelli rari e delicati che capita di trovare in cima a una montagna a inizio estate, oppure al limitar del bosco in primavera. Sono passati oltre vent’anni dal giorno in cui i due hanno deciso di unire le loro conoscenze per fondare l’azienda “Vivaio Fiori nel Chianti”. Vi raccontiamo di seguito la storia di questi due “Piantautori”, è gioco forza utilizzare un neologismo coniato dallo stesso Luca.

 

 

Pier Luigi Bagni è un perito agrario, cresciuto ‘in mezzo alle piante’, sin da fanciullo appassionato di vivaismo e giardinaggio. Figlio d’arte, suo padre realizzò giardini per personaggi dello spettacolo, da Sophia Loren a Modugno, fino alle nobili tenute della duchessa d’Aosta e della marchesa Gerini – pluripremiato con medaglia d’oro sia al concorso Flor 61 che ad Euroflora 66, dove il giovane Pier Luigi mosse i primi passi e di questo mondo si innamorò: “Sono nato e ho vissuto in campagna fra gli olivi e le piante da me coltivate; sono particolarmente attirato dalle erbacee perenni (…) la cui fioritura è sempre generosa sia per i colori che per l’abbondanza. Ritengo che siano ‘il sale dei giardini’, creando macchie di colore in cambio di pochissime cure”, ci racconta. E non possiamo che essere d’accordo, specie nell’era di profondi cambiamenti climatici e di importanti periodi caldi e siccitosi.

Luca Foschi è invece un Dottore in Scienze Forestali che ha sviluppato la sua vocazione grazie all’incontro con lo stesso Pier Luigi, col quale ha creato un’azienda leader nel fiorentino nel settore del florovivaismo e del giardinaggio: “(…) Credo che per lasciare il segno il nostro lavoro debba avere un’alta professionalità data da una profonda conoscenza delle piante, della chimica, della biologia, della pedologia, della fisica, oltreché una particolare sensibilità, gusto estetico ed inesauribile vena artistica”.

Il “Vivaio Fiori nel Chianti” si estende oggi su due diversi aree: il vivaio di produzione è nel Comune di Impruneta, mentre quello di esposizione e vendita si trova nel Comune di Greve in Chianti, nei pressi di Strada. Oggi, l’impresa opera in tutto il territorio toscano anche se, proprio nel Chianti, ha gettato radici profonde con creazioni di assoluto rilievo e committenza internazionale.

Tra i capisaldi della loro filosofia creativa un certo concetto di immanenza metafisica al contesto: “Il giardino è già qui. Basta saper cercare il genius loci. Bisogna saper ascoltare, osservare. Tutto è già scritto, il vero giardiniere riesce a fare un giardino come se fosse da sempre stato lì, parte dell’insieme”.

“Il nostro lavoro – ci raccontano – si è evoluto nel tempo con ausili tecnici e informatici; oggi siamo in grado di progettare su planimetrie anche con l’uso di rendering fotografici. Tuttavia, un grande lavoro è fatto a monte, in vivaio, in piena terra o in vaso! È fondamentale, infatti, crescere e selezionare delle piante idonee al nostro territorio – di contro a molte semplificazioni ‘commerciali’ promosse negli anni dai vivai pistoiesi che non conoscono le caratteristiche e talvolta le ‘asprezze’ della nostra terra, e in particolare dell’area collinare del Chianti”.

 

 

“Qui c’è una terra infame! – Ci racconta con una smorfia Pier Luigi – in prevalenza argillosa e che necessita di interventi mirati: dal movimento terra iniziale per stabilire gli spazi, i piani e le pendenze giuste – fino al corretto drenaggio, alla palificazione delle scarpate e alla predisposizione di un efficiente sistema di irrigazione”.

 

 

“Il veloce cambiamento climatico degli ultimi decenni – aggiunge Luca – con estati torride e siccitose, ci ha portato alla scelta di piante che ben si adattino alle condizioni ambientali mutate: euforbie, graminacee, sedum, phlomis, cisti, teucrium, nepeta, stachys, solo per citarne alcune. Tutte piante che inizialmente, specie il primo anno, vanno seguite con attenzione ma che poi non necessitano di particolari cure e vivono pressoché in autonomia. Tra gli alberi ad alto fusto, il criterio è il medesimo, ovvero il potersi inserire correttamente nel contesto climatico, ‘storico’ e paesaggistico: basti per ora citare la quercia, l’acero campestre, il gelso, così come lecci, cipressi e naturalmente gli olivi”.

In ultima analisi, sia la scelta di essenze che i concetti fondanti di questa arte antica non possono prescindere, oggi, dalla valutazione attenta dell’impatto ambientale: “Negli ultimi anni la scelta di piante che resistono alla siccità è un fatto di coscienza ecologica: volendo ridurre i consumi idrici e adottando sistemi di irrigazione efficienti. Parallelamente per il solito motivo, stiamo da anni proponendo giardini dove i prati sono sostituiti dalle piante e – se proprio devono rimanere – pensiamo a ‘distese’ di gramigna gentile, al fine di ridurre drasticamente il consumo d’acqua. Proponiamo un giardinaggio sostenibile, con appunto la riduzione delle irrigazioni ma anche l’utilizzo di concimi organici, di funghi micorrizici e l’uso di prodotti antiparassitari naturali”.

Un punto forte di questo sodalizio di architetti del paesaggio è, inoltre e indubbiamente la gestione delle scarpate e delle pendenze, tipici fattori ‘critici’ della nostra terra, attraverso la progettazione di giardini rocciosi che possano portare a loro vantaggio un dato, solo apparentemente negativo!

 

Info: Vivaio “Fiori nel Chianti” di Pier Luigi Bagni e Luca Foschi s.s.. Vivaio e Punto Vendita: Via della Montagnola 181 (10° km Via Chiantigiana), Greve in Chianti (Fi) / Tel. 055 8587206 / 333 4379578 (Pier Luigi) / 328 7037037 (Luca) / www.fiorinelchianti.it / info@fiorinelchianti.it