By Rosina Fracassini
Ci sono luoghi che non hanno bisogno di essere reinventati, solo ascoltati: la Fattoria Santo Stefano è uno di questi. Non nasce da un progetto di recupero o da un’operazione nostalgica: esiste da secoli, attraversa il tempo con naturalezza e racconta, senza forzature, cosa significa vivere in sintonia con la terra.
Le prime testimonianze dell’insediamento risalgono all’Alto Medioevo, quando il piccolo villaggio ai piedi del monte veniva attraversato da una delle vie romane che conducevano a Fiesole. Quella stessa arteria, secoli dopo, sarebbe divenuta parte della Via Francigena. L’etimologia del toponimo Collegalle affonda le radici nel latino Callis — sentiero — e racconta di passaggi antichi, strategie militari e percorsi nascosti tra le colline. Persino la natura sembra assecondare la vocazione agricola di questo luogo: i carpini selvatici, che crescono abbondanti lungo i borri, favoriscono da secoli la crescita della vite, tanto da valere alla zona anche l’antico nome di Carpignalle.
L’intero complesso si trova incastonato tra le prime alture orientali della catena montuosa che separa il Chianti dalla valle dell’Arno: il Monte Collegalle, infatti, con i suoi 730 metri sul livello del mare, rappresenta il primo rilievo di una dorsale che protegge il versante agricolo dal clima più rigido proveniente da est. Questo contesto orografico crea un perfetto equilibrio tra esposizione solare e ventilazione naturale, generando un microclima favorevole alla viticoltura: l’uva matura in modo graduale, sviluppando struttura, tannini ben definiti e una ricchezza aromatica che si ritrova intatta nel bicchiere. È una zona che unisce fertilità e protezione, rendendo la Fattoria un punto di riferimento per chi cerca una viticoltura rispettosa e di qualità.
Fin dall’Ottocento, la Fattoria ha rappresentato un punto nevralgico per la produzione di vino e olio, alimenti simbolo della civiltà rurale toscana. Il grande complesso era abitato dalle famiglie mezzadrili, che lavoravano la terra in cambio di una parte del raccolto. Al centro dell’attività rurale una cantina ottocentesca, autentico scrigno di ingegno preindustriale, che serviva da deposito per vino, olio, avena e orzo e varie altre derrate alimentari: un sistema di conservazione ingegnoso in un’epoca in cui non esistevano ancora i frigoriferi.
Ma è nel Novecento che la Fattoria Santo Stefano attraversa una fase di profonda trasformazione sotto la guida illuminata della Marchesa Elisabetta “Elsa” Sallier de la Tour. Donna di grande cultura e passione, introdusse tecniche di vinificazione moderne e rinnovò i sistemi di allevamento della vite. Fu lei a far consacrare la cappella privata di Santo Stefano, arricchendo ulteriormente il valore spirituale e architettonico del complesso.
Nel 1961, la tenuta passa alla famiglia Bendinelli, e con essa inizia una nuova fase della storia della Fattoria. Mauro Bendinelli, avvocato dalla tempra contadina e visione imprenditoriale, acquista l’intera proprietà “a cancello chiuso” senza sapere che i mezzadri, a seguito della riforma agraria, erano pronti a lasciare le terre in cambio della liquidazione prevista dalla legge. Un inizio non privo di ostacoli, eppure carico di determinazione.
La famiglia Bendinelli si trasferisce sul posto: il ritorno alla terra non è solo un atto economico ma una scelta di vita. Con il sostegno della moglie Marisa Mori Bendinelli e l’esperienza dell’enologo Mario Cortevesio, la Fattoria conosce una nuova fioritura. Le vigne vengono curate con dedizione artigiana, nel rispetto della tradizione e con un’attenzione minuziosa alla qualità. I vini — autentici, espressivi, radicati nella natura del luogo — si affermano per eleganza e tipicità.
Il passaggio generazionale avvenuto negli ultimi anni ha confermato questa impostazione. Oggi la gestione è condivisa tra i figli – Agostino ed Elena – con ruoli distinti ma complementari: da una parte la conduzione agronomica e produttiva, dall’altra l’accoglienza e l’organizzazione dell’ospitalità. L’azienda è diventata così anche una meta per chi desidera vivere da vicino l’autenticità della campagna toscana, tra degustazioni, soggiorni e percorsi alla scoperta del vino.
Oggi la Fattoria Santo Stefano è un’azienda agricola a conduzione familiare che ha saputo evolversi mantenendo salda la propria identità. I vigneti e gli oliveti vengono coltivati nel rispetto dei ritmi naturali, con pratiche agronomiche sostenibili e interventi minimi, pensati per valorizzare ciò che il terreno offre spontaneamente. Le varietà autoctone — Sangiovese, Canaiolo, Colorino, Malvasia — convivono armoniosamente con vitigni internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon, arrivati in epoche passate ma ormai perfettamente integrati nel paesaggio viticolo locale.
La cantina rappresenta il cuore pulsante dell’attività produttiva: qui la vinificazione è seguita con attenzione artigianale e uno sguardo tecnico aggiornato, in grado di esaltare l’espressione di ogni annata. I vini — dal Chianti Classico DOCG alle etichette IGT — raccontano un’identità chiara: sono puliti, equilibrati, capaci di coniugare struttura e bevibilità, freschezza e longevità. Completano la produzione un olio extravergine d’oliva di grande freschezza, una grappa e altri prodotti a tiratura limitata.
Ma la Fattoria non è solo un luogo di produzione: è anche una casa aperta a chi vuole viverne l’atmosfera. Gli appartamenti per gli ospiti, distribuiti all’interno del borgo rurale, offrono una formula di soggiorno rilassata e immersiva. Le giornate scorrono tra passeggiate nei vigneti, momenti di relax in piscina, degustazioni guidate e pranzi all’ombra degli alberi. Il tutto in un contesto che conserva il sapore di una Toscana autentica, dove ogni esperienza è costruita con semplicità e attenzione.
La filosofia che guida la Fattoria oggi è chiara: custodire la memoria senza smettere di guardare avanti. È questa la direzione che unisce generazioni diverse all’interno della famiglia Bendinelli, che da oltre sessant’anni porta avanti il progetto con coerenza e passione. Un esempio virtuoso di agricoltura familiare, che ha saputo evolversi restando fedele al territorio.
Esperienza da vivere
Degustazioni con vista
Un itinerario sensoriale che parte dalla vigna e arriva al bicchiere: potrai assaporare una selezione dei vini più rappresentativi della Fattoria, accompagnati da piccoli assaggi e racconti che svelano l’anima di ogni etichetta. Un’occasione perfetta per scoprire il carattere del Chianti Classico in un’atmosfera rilassata e conviviale.
Passeggiata tra i filari e picnic in campagna
Lascia alle spalle la frenesia e riscopri il piacere della lentezza: una camminata tra le vigne, il respiro profondo della natura, e un cestino con vino e prodotti locali da gustare sotto il cielo toscano. Un’esperienza pensata per chi cerca autenticità, silenzio e bellezza semplice.
Tour in cantina e assaggi d’autore
Un viaggio all’interno della cantina dove nascono i vini della Fattoria, tra botti, profumi e narrazioni appassionate. Al termine, una degustazione guidata con oli, vini e sapori del territorio per entrare in contatto diretto con la filosofia produttiva dell’azienda.
Scuola di cucina toscana
Indossa il grembiule e vivi un’esperienza gastronomica coinvolgente e autentica. Insieme ai padroni di casa imparerai a preparare ricette della tradizione chiantigiana e fiorentina, in un clima familiare e conviviale. L’esperienza si conclude a tavola, con i piatti appena sfornati e un calice di vino della casa.
Info: Via Collegalle, 3 a Greve in Chianti (Fi) / Tel. 055 8572298 / info@fattoriasantostefano.it / www.fattoriasantostefano.it