Di Catia Giorni

Foto di Paolo Ippoliti

 

Ogni anno a Montone, nel cuore dell’Umbria, va in scena una delle rievocazioni storiche più sentite e apprezzate della Regione, una festa dalla storia secolare che poggia interamente sulla partecipazione e sulla vocazione dei propri volontari e degli abitanti del borgo. Ne abbiamo parlato con Raffaele Bei, Presidente della Pro Loco di Montone.

 

 

A Montone, ogni Lunedì dell’Angelo e la penultima domenica di Agosto (quest’anno, quindi, dal 17 al 24 agosto), si concretizzano le celebrazioni della festa per la Donazione della Santa Spina, manifestazione in grado di polarizzare attorno a sé le attenzioni di tutti gli abitanti del borgo e dei paesi limitrofi, oltre che dei tanti turisti che accorrono ogni anno, sempre più numerosi, per assistere e partecipare alla manifestazione.
“La Rievocazione nasce nel 1961 per mano della Pro Loco Montonese”, ci spiega Raffaele Bei. “Da allora, la penultima domenica d’agosto si celebra una festa che per un’intera settimana coinvolge tutti i rioni di Montone, ossia quello di Porta del Borgo, quello di Porta del Monte e quello di Porta del Verziere”. La Festa della Santa Spina punta a far rivivere le memorie dell’illustre passato di Montone e della famiglia Fortebracci: nel 1473, infatti, Carlo Fortebracci, conte di Montone, dopo aver valorosamente combattuto per la Serenissima Repubblica di Venezia, ricevette in dono una Spina dalla Corona del Cristo. Decise dunque di portarla in dono a Montone, decretandone la festa il Lunedì dell’Angelo.

Le leggende popolari raccontano che la Spina, custodita prima nella Chiesa di S. Francesco e poi in quella di S. Agnese, avesse attirato un numero talmente grande di pellegrini che nei primi anni del ‘600, per motivi di ordine pubblico, ne fu ordinata una seconda ostensione. “Inizialmente”, continua il Presidente Bei, “la festa era costituita dall’evento religioso e da giochi popolari, che poi negli anni si sono articolati fino a raggiungere la formula odierna: il palio dura una settimana, nella quale ciascuno dei 3 rioni propone, i bandi di sfida e poi le proprie rappresentazioni medioevali realizzate nei più suggestivi angoli di Montone, inscenando fatti particolarmente notevoli per la storia del borgo, o anche semplicemente momenti di vita quotidiana del 1400”.

I bandi e le rappresentazioni vengono poi giudicate da una giuria di esperti, valutandone la storicità, la scenografia e l’interpretazione. “L’altra gara che porta punteggio per la vittoria del Palio e la sfida di tiro con l’arco, un momento della celebrazione particolarmente atteso dai montonesi”: negli anni si è venuto a creare un vero e proprio gruppo chiamato “Arcieri Malatesta”, che si allenano tutto l’anno e competono per la Festa della Santa Spina, gareggiando anche in altre manifestazioni di arco storico sparse in tutte Italia. La somma dei punteggi realizzati nei bandi di sfida, nelle rappresentazioni medioevali e nel tiro con l’arco permettono di aggiudicarsi il Palio della Santa Spina ed eleggere la prima Dama del rione come Castellana, Margherita Malatesta, moglie di Carlo Fortebracci. Il corteo storico, infine, è il momento più importante della festa, in cui i 3 Rioni sfilano per le strade di Montone per rendere onore a Carlo Fortebracci: un momento particolarmente evocativo, nel quale la Santa Spina viene esposta fuori dalla Chiesa, così che tutto il pubblico e i figuranti possano vedere da vicino la reliquia.

“Quest’anno”, sottolinea ancora Raffaele Bei, “ci saranno in più delle Conferenze sulla Santa Spina e una Mostra sul Vicario, che verrà portata stabilmente nella Chiesa di San Francesco”.

 

 

Impossibile poi non ricordare le parole del Presidente in merito alla partecipazione della cittadinanza, impegnata in prima fila nella realizzazione delle attività: “fino agli anni ‘80, al contrario di oggi, la festa non aveva un’impronta turistica, era conosciuta per lo più dai paesi limitrofi. Oggi c’è una ricerca più accurata delle rappresentazioni, vengono organizzate e preparate con diversi mesi di anticipo prima della festa, oltre ad una maggiore cura nei particolari, tant’è che ormai la manifestazione è riconosciuta a livello regionale, raggiungendo un ottimo riscontro a livello turistico. Il cuore pulsante della festa sono i Rioni, ognuno con la propria taverna di quartiere, pronte ad accogliere e ad intrattenere residenti e turisti.

C’è un grande coinvolgimento civico, tutti danno il proprio contributo al funzionamento e alla gestione del Rione, talvolta anche con la partecipazione e il sostegno dei paesi limitrofi, ormai parte integrante della Festa. Il mio ringraziamento più grande e sincero va all’impegno dei volontari nella realizzazione delle celebrazioni, una preparazione che richiede tanti mesi di duro lavoro, considerando i bandi di sfida, i costumi, le scenografie, le taverne, il corteo storico e tutte le altre attività messe in piedi per dare vita ad un clima di festa e di convivialità: un momento gioioso in cui, pur considerando le gare rionali, non ci sono sconfitti, ma un solo vincitore, il borgo di Montone”.

 

 

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