Di Rosina Fracassini

 

Nel territorio chiantigiano, da sempre laboratorio di eccellenza agricola e culturale, il Gruppo Archeologico Salingolpe di Castellina in Chianti ha scelto di allargare il proprio sguardo: non più soltanto tutela del patrimonio storico e naturale ma anche salvaguardia della biodiversità animale. Dal 2019, infatti, il gruppo ha avviato un progetto dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione della razza avicola Valdarno, il celebre Gallo Nero, simbolo inconfondibile del Chianti Classico e figura profondamente radicata nella memoria collettiva rurale.

 

L’idea nasce da una constatazione semplice quanto sorprendente: il “territorio del Gallo Nero” non aveva più galli neri: a parte pochi esemplari custoditi in alcune aziende agricole storiche, questa razza autoctona era praticamente scomparsa dalle campagne chiantigiane.

Il Gruppo Salingolpe ha quindi deciso di restituirle visibilità e dignità, riportandola là dove appartiene: tra i cortili, i pollai e gli oliveti del Chianti.

Grazie alla collaborazione della “Fattoria La Castellina di Tommaso Bojola”, che ha messo a disposizione ampi spazi recintati, il gruppo ha potuto avviare i primi allevamenti. Gli esemplari iniziali sono stati selezionati con l’aiuto di allevatori esperti e del Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze, per garantire una base genetica sana e coerente con lo standard della razza.

Le nascite avvengono sia in modo naturale, con chiocce, sia tramite incubatrici. L’obiettivo non è la produzione intensiva ma la ricostruzione di una popolazione rustica e robusta, capace di adattarsi al territorio e di mantenere le proprie caratteristiche originarie.

In questo senso, il gruppo privilegia un approccio zootecnico e funzionale: più attenzione alla vitalità, alla resistenza e alla qualità delle carni, meno ossessione per l’aspetto estetico. Negli anni, attorno a questo progetto si è creata una rete di allevatori e appassionati: contadini, agriturismi, allevatori custodi che portano avanti con passione la razza Valdarno, contribuendo a renderla di nuovo visibile nel paesaggio locale.

Ogni anno vengono ceduti, quasi sempre gratuitamente, tra 100 e 200 pulcini, con l’obiettivo di diffondere la razza e sensibilizzare le persone alla sua tutela: oltre al valore naturalistico, il progetto ha così generato un bellissimo movimento sociale fatto di scambi, confronti e amicizie nate attorno a un ideale comune.

 

 

Rilanciare una razza antica però, comporta inevitabilmente anche delle difficoltà: molti allevatori domestici ad esempio privilegiano razze più produttive come la Livorno o la Isa Brown, ma la Valdarno compensa con rusticità, adattabilità e un carattere vivace.

Le principali criticità riguardano poi la scarsa attenzione alla selezione, la promiscuità con altre razze e spesso una gestione poco accurata dell’alimentazione e degli spazi: per questo, il gruppo continua a promuovere incontri, momenti formativi e una comunicazione capillare per diffondere buone pratiche di allevamento e migliorare la consapevolezza del valore di questa razza.

La collaborazione con l’Università di Firenze ha recentemente portato alla raccolta di campioni biologici per lo studio del DNA della Valdarno, con l’obiettivo di analizzarne la variabilità genetica e tracciare piani di accoppiamento più efficaci: i risultati di questa ricerca saranno fondamentali per comprendere la vitalità della razza e garantire un futuro più stabile a questa preziosa testimonianza di biodiversità locale.

 

 

Grazie all’impegno di tanti volontari e alla dedizione del Gruppo Salingolpe, la razza Valdarno sta lentamente riconquistando il suo spazio naturale non come curiosità da esposizione ma come presenza viva del territorio, capace di unire storia, cultura e amore per la terra.

 

Info: Gruppo Archeologico Salingolpe, Via G. Verdi 34, Castellina in Chianti (Si) / www.grupposalingolpe.it / salingolpe@gmail.com / Photo Credits by Vito De Meo

 

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