Di Patrizia Cherici

 

L’ambulatorio veterinario Il Borgo nasce nel Febbraio del 2004, fondato dai coniugi Dott. Plinio Lidano e Dott.ssa Cristiana Capucci: compagni dai tempi dell’università e amanti sin da piccoli di cani e gatti, coronano il loro sogno aprendo questa struttura che si dedica alla cura dei nostri amici a quattro zampe. “La grande empatia verso gli animali e verso i loro padroni, nonché una continua formazione mirata ad acquisire nuove strategie diagnostiche e terapeutiche da poter offrire ai pazienti – racconta il Dott.re Lidano – sono i principi che devono sussistere alla base dell’approccio medico-veterinario. Chi si rivolge al nostro ambulatorio può contare sulla consulenza di uno staff medico altamente specializzato ed in continuo aggiornamento, a cui affidare con serenità la salute ed il benessere del proprio animale.

 

 

“La passione per la cinofilia – racconta il dott.re Lidano – è nata dal mio amore verso lo sport: sin da piccolo ho sempre giocato a basket e anche nel periodo universitario, o durante i tirocini post-laurea, lo sport mi ha accompagnato ed aiutato ad inserirmi anche in città nuove dove mi sono trasferito per scopi lavorativi o formativi. Così, una volta aperto l’ambulatorio, oltre alla medicina di base, ho sviluppato il mio interesse per le discipline specialistiche, mettendomi in contatto con un collega che faceva ortopedia e neurologia; poi nel 2010 ho deciso di iniziare a fare sport con il mio primo cane Frodo, un trovatello abbandonato in un fosso insieme ai suoi fratellini subito dopo la nascita, la prima mascotte dell’ambulatorio veterinario Il Borgo. Ho iniziato a frequentare un centro di addestramento di Arezzo ed in poco tempo mi sono inserito nel mondo della cinofila, ossia il mondo dello sport con i cani, affascinandomi sin da subito e specializzandomi in ‘agility dog’, uno sport che crea un binomio ed una vera intesa intima con il proprio cane. Dopo poco è arrivato nella nostra famiglia il mio primo Border Collie, Gandalf, ed insieme a lui ho avuto la possibilità di conoscere ragazzi della nazionale italiana con i quali facevo allenamenti e stage: così mi si è aperto un ulteriore nuovo mondo specialistico nella cinofilia che mi ha condotto a cercare una scuola che reputassi valida dal punto di vista delle mie competenze comportamentali (Cristiana ha fatto un master di ‘medicina comportamentale’ ed io l’ho aiutata nello studio: è molto interessante capire ciò che gli animali ci vogliono comunicare con un loro determinato comportamento)”.

“In questa mia ricerca ho trovato una scuola finlandese di ‘agility’ di cui sono stato membro per tre anni ed attraverso la quale ho compreso quali fossero le innovazioni nell’addestramento cinofilo, nella creazione del rapporto esclusivo con il cane e nell’ insegnargli le competenze necessarie per non entrare in conflitto (cioè chiedergli di fare una determinata cosa senza che sia stato ben preparato per eseguirla). Dopo un paio di anni che mi allenavo con Gandalf, lui ha iniziato ad avere dei problemi di tipo fisico: pur rivolgendomi a colleghi ortopedici e neurologi e nonostante gli approfonditi accertamenti avessero dato esito negativo, non riuscivo ad avere una spiegazione di quello che stava succedendo. Ho iniziato così la mia ricerca alternativa su internet e sono approdato negli Stati Uniti dove ho trovato la Dott.ssa Maria Christine Zink – che all’epoca era presidentessa della società di medicina sportiva del cane, disciplina che in Europa non esisteva ancora”, continua.

Così: “Ho scaricato i suoi libri, ho seguito i suoi blog e mi si è aperto un nuovo mondo; ero abituato come veterinario a visitare i cani come ‘pets’, cioè come cani e gatti da compagnia, ma in realtà il ‘paziente sportivo’ ha bisogno di qualcosa di più specifico: ad esempio i fisioterapisti o fisiatri di una nazionale di pallacanestro, raramente possono trovarsi davanti ad una lussazione articolare o una frattura, ma le problematiche sicuramente più frequenti possono riguardare i tessuti molli (muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari e fasce). Ed è proprio lo studio della struttura fasciale che ho approfondito negli ultimi tempi: il mio obiettivo, sia come formazione che come orientamento del mio lavoro, è cercare di supportare quello che può essere il lavoro del cane sportivo sia attraverso l’ecografia muscolo scheletrica, ottimo ausilio per diagnosticare patologie latenti che possono dare un calo delle performance, sia monitorando il progresso dell’animale durante la riabilitazione e scegliendo il timing per poterlo fare rientrare in campo a lavorare”.

Poi precisa: “Negli anni sono così nate altre collaborazioni, tra le quali quella con un’azienda locale che crea strumentazioni per la fisioterapia; questo mi ha permesso di acquisire nuove conoscenze sulla laser terapia, la diatermia capacitiva e resistiva, la crioterapia, la termoterapia, gli ultrasuoni e le onde d’urto, tutti ottimi strumenti per i pazienti sportivi, ma non solo. Infatti, una delle patologie più frequenti, specialmente nel cane anziano, sono quelle a carico dell’apparato muscoloscheletrico, cioè l’osteoartrite: nel Regno Unito questa è una delle principali cause dell’eutanasia soprattutto nei cani di grossa taglia poiché invalidante (numeri prossimi al 20 %). L’osteoartrite si può trovare sia in patologie displasiche di accrescimento che evolvono in maniera inesorabile per tutta la vita, laddove non correttamente diagnosticate o dove non siano stati effettuati interventi chirurgici correttivi in una certa fase della vita del cane, oppure può essere un’ osteoartrite di tipo primaria: cioè nel cane, come nelle persone anziane, in un determinato momento della vita si innesca un processo di perdita della massa muscolare chiamato ‘sarcopenia’ che porta a serie alterazioni articolari.”

“La missione che vorrei percorrere è proprio quella di utilizzare questa mia formazione e queste mie competenze non solo per essere di supporto al cane sportivo, ma anche per aiutare tutti i cani anziani che hanno problematiche locomotorie: infatti il principale sintomo che porta i cani ad avere un comportamento più conservativo è proprio il dolore osteoartrosico : è un dolore cronico, persistente e male adattativo perché generato dalla stimolazione di recettori nervosi che continuamente inviano messaggi di disagio al cervello del cane che quindi va a limitare via via i suoi movimenti e atteggiamenti ludici (letto erroneamente dai proprietari come ‘vecchiaia’). Nell’aspetto della riabilitazione a livello terapeutico è dunque molto importante la terapia infiltrativa e rigenerativa attraverso l’utilizzo di emoderivati, come gel piastrinico, cellule staminali, concentrati di midollo osseo o altri derivati che possono essere iniettati nelle articolazioni come, ad esempio, l’acido ialuronico (per la gestione dell’artrosi) piuttosto che peptidi di collagene a basso peso molecolare.

Il concetto fondamentale nella terapia del dolore farmacologica e non farmacologica è la sinergia tra i trattamenti: se ad esempio si utilizzasse solo la diatermia, questa potrebbe causare una assuefazione all’interno dell’organismo tale che dopo la decima seduta, il cane non risponde più a livello recettoriale; quindi ad essa sarà associata una terapia rigenerativa infiltrativa piuttosto che con farmaci, nutraceutici e terapia manuale: la mia attenzione si sta concentrando anche su queste possibilità terapeutiche da attuare sia in veterinaria tradizionale che sportiva, quindi utilizzare queste tecniche sia nel pet per la gestione dell’artrosi, sia nel cane sportivo per velocizzare la guarigione di lesioni dei tessuti molli per tornare a praticare sport, con il fine comune di minimizzare l’utilizzo di farmaci antinfiammatori ”, aggiunge.

“I progetti futuri a cui aspiro? Prima di tutto, portare in Valtiberina e a conoscenza del territorio, quelli che sono gli sport cinofili, magari aprendo un centro cinofilo dove si abbia la possibilità di praticare sport acquatici, ‘agility dog’, obbedienza di base e altri sport che continuamente vengono importati dagli stati esteri: un modo per trascorrere del tempo con il proprio cane aumentando il suo livello di benessere. Accanto a questo, come medico, vorrei realizzare una vera e propria struttura veterinaria specializzata nella terapia del dolore: un centro focalizzato sulla riabilitazione e fisioterapia che curi il cane sportivo, ma anche tutti i ‘pazienti’ che vivono nelle nostre famiglie. Creare quindi una vera e propria ‘palestra per la riabilitazione’, un ‘Working Dog Care’, dove poter praticare terapie manuali, strumentali, fitness e consulenze riguardanti le più efficaci strategie per minimizzare il dolore cronico nei nostri pazienti.”

“Termino con un messaggio di sensibilizzazione rivolto a tutti i proprietari di animali: cercate di distinguere con prontezza i segni del dolore nel vostro cane così da poter adottare sia a casa che in palestra tutte le soluzioni necessarie ad aiutare il vostro amico a quattro zampe!”

 

 

Info: Ambulatorio Veterinario Il Borgo, Via a. Clarke 9, Sansepolcro (Ar)

Tel: 0575 733458

Cell: 339 1209432

Mail: avbvet@gmail.com

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