DI GIULIA FISCA

 

Il nostro racconto comincia qualche anno fa, quando Michele, uno scugnizzo napoletano, incontra Bianca, una ragazza di campagna signorile ed elegante di Saturnia. I due giovani si sposano, mettono su famiglia ed intraprendono il loro cammino, che sarà ricco di eventi sorprendenti ed imprevedibili.

 

Michele e Bianca sono un connubio perfetto, l’uno completa l’altra: da una parte l’intraprendenza, il coraggio e la volontà di vivere nuove esperienze; dall’altra la consapevolezza, l’amore per la famiglia e la dedizione. Michele possiede un grande intuito, uno spiccato senso degli affari e non si ferma davanti alle difficoltà. Ha voglia di investire nel proprio futuro, di mettere in campo le sue capacità. Bianca lo sostiene nelle sue scelte e lo affianca nel suo percorso.

 

I due, dopo una permanenza a Roma, nel ’76 si trasferiscono a Saturnia e qui cominciano la loro avventura prendendo in gestione un Bar Tabacchi. Michele vende quel poco che possiede e dà fondo a tutte le sue risorse: in paese si diceva che avesse ‘le ginestre secche al posto dei lacci delle scarpe’. La povertà però non lo spaventa, supera tutti gli ostacoli e riesce a proporre al piccolo paese un vitale punto di ritrovo. Il locale riscuote subito un gran successo poiché rappresenta una assoluta novità, sia per le svariate offerte, sia per la sincera ospitalità.

Il desiderio di provare nuove avventure e l’audacia spingono Michele ad investire ancora; nell’81 acquista così un ristorante, situato in una vecchia stalla dell’antico castello Ciacci, lo restaura e lo rinnova – rendendolo di fatto l’unica attività di ristorazione del luogo. Il ristorante di Michele diviene così il primo ristorante citato nella guida Michelin della provincia di Grosseto.

Qui dedica tutta la sua attenzione alla cucina e alla brace, affiancato dai suoi due figli, allarga la sua attività con la produzione di prodotti toscani genuini che esporta anche all’estero. Con un pizzico di fortuna e con tanta forza di volontà, in pochi anni la famiglia gestisce un ristorante, un laboratorio, una fornitissima enoteca e un piccolo hotel. Con il passar del tempo Michele cede il posto ai suoi figli che nel 2015 si dedicano completamente alla ristorazione. Nel 2016 Michele si ammala e, dopo un lungo periodo di sofferenza, muore. La scomparsa di Michele provoca un grande vuoto nella famiglia che, oltre al forte dolore, si ritrova a doversi rimboccare le maniche e cercare nuove certezze.

I suoi figli Alessandro e Lorenzo non dimenticano gli insegnamenti del loro padre e forti di una grande esperienza, dopo vari tentativi, scoprono qual è la loro strada. Stravolgono l’organizzazione precedente e pur mantenendo l’anima originale del locale lo rendono più moderno. Oggi al ristorante “I Due Cippi” si respira davvero un’aria nuova, ma allo stesso tempo si percepisce una grande storia e un’antica tradizione. Il locale richiama la nostra attenzione con il suo grande camino – che padroneggia all’interno della sala.

La proposta gastronomica è un viaggio tradizionale eppure divertente, con una grande varietà di carni cotte alla brace. La frollatura della carne che già Michele faceva dagli anni ’80, diventa il focus principale di Lorenzo, con una selezione odierna di oltre tre tonnellate di carne in maturazione. Il fuoco, gestito con grande professionalità e maestria, rende le portate opulente – magnificando i sapori e allo stesso tempo esaltandone la genuinità.

La grande conoscenza di prodotti tradizionali e le antiche ricette permettono di proporre piatti unici dai sapori autentici che arricchiscono il menù e lo rendono originale e raffinato. Ogni singola materia è scelta con cura e selezionata con attenzione alla fonte – prima tra tutte la succulenta carne chianina ma anche di altre venti razze provenienti da tutto il mondo che, a seconda del periodo, sono accompagnate da ‘contorni’ di altissima qualità, come i funghi porcini e i tartufi della zona.

Si possono ordinare una grande selezione di carni crude, animelle, lampredotto, lingua e lattuga alla brace condita con olio, aglio e acciuga. La grande griglia di sala è la vera star di questa cucina gourmet, che oltre alle bistecche vede cuocere lumache, ‘budelline’, piccioni, quaglie, lingua e molti altri tagli.

Come non ricordare poi gli altri favolosi piatti come le pappardelle al cinghiale, il raviolo di piccione, i ravioli di chianina e ancora agnello, maialino di cinta senese, guanciale di vitella brasato; una lunga lista di cotture originali e ricercate, ma allo stesso tempo preparate con semplicità e professionalità.

Molti prodotti sono di produzione propria come l’eccellente olio extravergine d’oliva, il pane fragrante e le croccanti schiacce. Ogni dettaglio è scelto come le note di una magica melodia.

La fornitissima cantina del ristorante annovera più di mille etichette, tutte selezionate tra i migliori produttori italiani e francesi. Un posto speciale occupa lo Champagne: una pregiata collezione di frizzanti bollicine esaltano i gusti e i profumi, entusiasmando anche gli ospiti gourmet tra i più esigenti.

Alessandro e Lorenzo portano avanti il sogno di un grande uomo, il padre Michele: tutti i giorni mostrano passione, dedizione ed impegno – facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti. Orgogliosi del loro passato, guardano al futuro come ad una inebriante, luminosa, meta da raggiungere.

 

Info e prenotazioni: Piazza Vittorio Veneto 26/A, Saturnia (Gr) / Tel. 0564 601074 / iduecippi@gmail.com