Di Rosina Fracassini

 

Il ponte principale porta il nome del geometra che ha disegnato la rinascita del paese.

 

Greve in Chianti ha dedicato il suo ponte più importante a Franz Gori (1915-2007), figura simbolo della ricostruzione e della crescita del paese nel dopoguerra. Un gesto semplice, ma carico di significato per una comunità che in lui ritrova un pezzo della propria identità.

Nato a Greve, Gori visse l’esperienza dura della Seconda guerra mondiale in Nord Africa, ricevendo l’Encomio Solenne e la Croce di guerra. Tornato a casa, tra il 1944 e il 1948 guidò l’ufficio tecnico comunale, diventando presto un punto fermo per amministratori e cittadini. Poi, da libero professionista, attraversò oltre quarant’anni di trasformazioni mantenendo sempre un’idea chiara: far crescere il paese senza stravolgerne l’armonia. Il suo modo di progettare – lontano dai grandi blocchi edilizi che segnavano quegli anni – ha contribuito a modellare quartieri equilibrati, pensati per la vita quotidiana.

Accanto alla professione, Gori è stato un uomo generoso. Molti interventi li realizzò gratuitamente, convinto che il sapere tecnico fosse prima di tutto un servizio alla collettività. Dalla sala operatoria dell’Ospedale Rosa Libri al campanile di Santa Cristina a Pancole, dalla Casa del Popolo al Circolo Acli di Panzano fino all’orfanotrofio “Principessa Maria Josè”: opere nate in un tempo difficile, quando c’era poco ma il bisogno di ricostruire era enorme.

Il suo impegno toccò anche la politica. Nel 1956 preferì rinunciare al ruolo di sindaco per continuare a seguire direttamente i lavori pubblici da assessore e vicesindaco, mantenendo sempre un profilo guidato più dalla responsabilità che dal titolo.

 

La cerimonia di intitolazione del ponte, il 13 settembre 2025 durante l’Expo Chianti Classico, è stata un momento di memoria condivisa. Accanto alle autorità, tanti cittadini hanno voluto essere presenti per rendere omaggio a un uomo che ha lasciato tracce concrete e silenziose.

Il sindaco Paolo Sottani ha ricordato il valore umano e professionale di Gori, sottolineando come il suo esempio abbia costruito non solo il volto urbano di Greve, ma anche un modo di vivere la comunità. «Questo ponte – ha detto – è un segno di continuità, un invito a riconoscere ciò che unisce generazioni diverse.»

L’assessore ai Lavori Pubblici Giulio Saturnini ha evidenziato la modernità del suo approccio: competenza, sensibilità sociale, attenzione alle persone prima ancora che alle strutture. Parole condivise anche dal presidente del Collegio dei Geometri di Firenze, Paolo Caroni, che ha definito Gori “un professionista che ha trasformato il mestiere in una missione civile”.

A rendere ancora più simbolico il momento è stata la scultura “Il Progettista – La Rinascita”, donata al Comune da Gianfranco Gori. L’opera, realizzata da Sandro Granucci, accoglie chi attraversa il ponte: un geometra con squadra e compasso in spalla, che non porge fiori ma edifici. Un gesto che diventa racconto: costruire, restituire, far ripartire.

Gianfranco Gori ha ricordato come l’idea dell’intitolazione fosse nata anni fa, ai tempi in cui Sottani lavorava nell’ufficio tecnico accanto a suo padre. Poi la pandemia aveva rallentato tutto, fino a portare oggi al completamento di un progetto atteso e sentito.

 

La dedica del ponte non è solo un atto formale. È un messaggio.

Greve in Chianti sceglie di celebrare una figura che ha saputo unire competenza e senso civico, lasciando un’eredità fatta di opere concrete e di un’idea semplice: il bene comune si costruisce, mattone dopo mattone, gesto dopo gesto.

Con questo ponte, la comunità non ricorda soltanto un nome. Riconosce un modo di essere cittadini. E invita le nuove generazioni a continuare quel cammino.

 

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