Di Benedetta Checcarelli
Corbezzolo, emblema dell’Italia: al Vivaio Pacelli di Cortona il titolare ci spiega quali sono le piante che non possono assolutamente mancare in un giardino.
Se non fosse un gioco di parole potremmo quasi definirlo una “primula rossa”, Germano Pacelli, titolare dell’omonimo vivaio, che abbiamo rintracciato con difficoltà per riuscire a sapere qualcosa in più su di lui e sulla sua impresa. Ma in verità parliamo di un uomo davvero impegnato in mille attività, e si sa, la terra è faticosa e di certo non aspetta. Lo incontriamo una mattina di inizio giugno e ci facciamo raccontare ancora di questa imponente e storica azienda di Cortona, che annovera vivaio aperto al pubblico, negozio, impianto oliveti, vigneti ed altre coltivazioni e progettazione di giardini e spazi verdi; insomma, un servizio a tutto tondo nel settore “green” supportato da quasi cento anni di esperienza.
“Per quanto riguarda gli impianti, oltre alla progettazione e alla consulenza iniziale, noi seguiamo soprattutto le prime fasi, anche perché le normative prevedono che l’azienda sia autonoma”. Ci spiega Germano. “Cerchiamo dunque di rendere indipendenti i nostri clienti e solitamente diamo la garanzia di un anno, ma in ogni caso rimane sempre un filo diretto per ogni informazione e consiglio”.
A rivolgersi alla Pacelli sono per lo più aziende agricole e agriturismo; dunque, acquirenti che con le piante fanno business, ma tra i clienti ci sono anche moltissimi privati che chiedono la progettazione del proprio giardino. “Quali sono le piante maggiormente richieste?” gli domandiamo dunque con curiosità, venendo a scoprire che sono proprio quelle autoctone a farla da padrone. “Ci chiedono soprattutto cipressi, lecci, viti, ma anche alberi da frutto. A mio avviso, comunque, quelle che non dovrebbero mai mancare in un giardino di zona sono l’olivo, anch’esso ovviamente richiestissimo, e il corbezzolo, che forse è meno conosciuto”.
Valley Life: “Il corbezzolo non ce lo aspettavamo, come mai?”
Germano Pacelli: “È un albero molto bello, ma soprattutto rappresenta un emblema dell’Italia. Fu eletto a tal ruolo dai rivoluzionari del Risorgimento che combattevano il regime austriaco poiché in questa pianta frutto rosso, foglie verdi e fiore bianco sono presenti contemporaneamente, andando a simboleggiare proprio il Tricolore”.
VL: “Davvero interessante questa storia. Avete anche piante rare o particolari che si trovano solo nel vostro vivaio?”
GP: “Assolutamente sì, cerchiamo di fare una ricca e accurata selezione in tal senso. Viviamo sulla nostra pelle anche l’evidente cambiamento climatico, per cui teniamo ad esempio gli agrumi, che fino a dieci anni fa era impensabile proporre. Oggi invece, con un minimo di accortezze, sopravvivono molto bene e danno un tocco esotico al giardino. Ma teniamo anche altre specie mediterranee, per lo più provenienti dal sud Italia, che si trovano solo da noi. Quello delle piante più rare è un settore che ci teniamo davvero a seguire ed espandere”.
VL: “Qual è il lavoro che via ha dato maggior soddisfazione fino ad oggi?”
GP: “In generale quello fatto bene, che non dev’essere necessariamente un grande impianto, può trattarsi anche di un piccolo spazio verde. Abbiamo ad esempio sistemato giardini in centro storico a Panicale o a Perugia per i quali ci siamo davvero impegnati, anche per la scomodità di raggiungere i luoghi, spesso portando a mano prodotti e attrezzature. Poi però il risultato ci ha ripagati di tutte le fatiche”.
La Pacelli vanta uno staff di dodici persone formate da studi specifici, ma soprattutto dall’esperienza quasi centenaria dell’azienda. “Siamo cresciuti a pane e piante” aggiunge sorridendo Germano. “La sera a casa, durante la cena, mangiavamo sì, ma soprattutto parlavamo coltivazioni, fiori e giardini”. Già, perché questa storica attività, ci spiega, ha avuto inizio negli anni 30 del secolo scorso grazie al nonno, suo omonimo, che ebbe l’intuizione di coltivare ortaggi e semi non solo per sé, ma anche come servizio da offrire ad altri. Le piante vennero dopo, negli anni ‘50, a partire dai vigneti e dagli oliveti, quando presero il via le prime cantine sociali e il vino cominciava ad essere imbottigliato, per poi arrivare, grazie al boom economico, a quelle ornamentali.
“Sono entrato in azienda negli anni ‘80, rappresentando la terza generazione” ci spiega con orgoglio Germano. “Ringrazio mio nonno per aver avuto l’intuizione e la lungimiranza di guardare oltre, in questo modo ha dato un futuro a mio padre Pietro e poi a me. E il mio auspicio e sogno più grande, oggi, è quello di passare a mia volta il testimone ai miei figli”. E noi glielo auguriamo di cuore.
Info: Pacelli Piante, S.R. 71 – Terontola di Cortona (Ar), c/o uscita Castiglion del Lago, raccordo autostradale Bettolle Perugia / Tel. 0575 67194 / 349 7186496 (Laura) / 333 4095529 (Germano)