Di Benedetta Checcarelli

 

L’importanza del ruolo del vivaista non guarda solamente all’aspetto funzionale di un giardino ma, se vogliamo, al suo aspetto estetico ed artistico. È con questa fondamentale precisazione che Germano esordisce, durante la nostra chiacchierata sotto l’imponente serra di famiglia, che esplode di profumi e aromi di una incipiente primavera. Entriamo quindi subito nel vivo della conversazione, cercando di capire al meglio e più in profondità cosa significhi lavorare e far parte di questo mondo.

 

 

Quando si parla di giardino, non si deve pensare ad una semplice accozzaglia di cespugli e fiori (come, invece, solitamente e purtroppo avviene), ma piuttosto a un sistema di forme e colori che si integrano perfettamente alla casa, diventando un solo organismo con essa.  “Quello a cui puntiamo come impresa, non è solo l’offrire un servizio completo ai nostri committenti – ma il restituire al giardino il suo status di luogo contemplativo e di raccoglimento”.

 

 

E in effetti questo si riconnette molto bene all’impatto che hanno le piante — e la flora in generale — sulla nostra qualità di vita, trasmettendoci benessere e serenità, oltre al fatto di rappresentare una sorta di ‘eternità che sopravvive all’uomo’. Insomma, la strutturazione di uno spazio verde non è solo una questione materiale, ma anche simbolica.

 

 

Ma come funziona il processo di disposizione?

“Premettendo che il periodo più intensivo è quello primaverile/estivo, in realtà sarebbe opportuno pianificare la messa a dimora delle piante fin dalla stagione autunnale, dato che operazioni come la fioritura necessitano di numerose accortezze”. Come Germano ribadisce a più riprese, è bene evitare riempimenti casuali degli spazi, e di guardare soprattutto il dettaglio – poiché questo è determinante alla resa finale, volendo perseguire una maggiore coralità ed armonia; in ogni caso, sono sempre i proprietari degli spazi a dare il messaggio iniziale, che sarà poi intrepretato dall’architetto del paesaggio.

 

 

Un fattore che incide sull’attività è stato ed è sicuramente il cambiamento climatico: “Vent’anni fa era impensabile effettuare piantagioni come una bouganville, mentre adesso che siamo passati a un clima più decisamente mediterraneo, il terreno è diventato praticamente adatto a tutti gli agrumi”. Ci elenca quelli che vanno per la maggiore, alcuni di essi presenti nella serra: chinotto, bergamotto e cedro, comprese le varianti ornamentali.

 

 

E le piante veramente “must have”? Quelle autoctone, in primis corbezzolo, ulivo e alloro. Ovviamente sempre nel rispetto del paesaggio, a cui ci si deve adeguare con occhio sensibile, e mai viceversa; negli ultimi anni abbiamo potuto notare come la natura sia in grado di riappropriarsi velocemente dei numerosi spazi, antropizzati e poi lasciati a se stessi. Per questo, la legge aurea è sempre la stessa: assecondare la natura, esaltarne forza e bellezza.

La conduzione familiare dell’attività resta comunque il pilastro della Pacelli Piante, nella quale Germano vorrebbe, un giorno, provare a coinvolgere i figli – nel rispetto delle loro passioni e vocazioni.

 

 

Info: S.R. 71 – Terontola di Cortona (Ar) c/o uscita Castiglion del Lago,
racc. autostradale Bettolle Perugia / Tel. 0575 67194 / 349 7186496 (Laura) / 333 4095529 (Germano).

Il Vivaio è aperto anche la domenica mattina.

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