Di Claudia Cencini

 

Metti una giovane coppia legata dalla comune passione per la “cerca” e i cani da tartufo. Il risultato è un mix di qualità e amore per la natura che vede in Sabrina e Marco i protagonisti di un’avventura imprenditoriale che fa leva sul mercato del nero pregiato e dello scorzone estivo, nella suggestiva cornice della montagna spoletina.

 

Umbria, terra di santi, guerrieri e…tartufi. Nel sottobosco delle montagne spoletine proliferano il nero pregiato e lo scorzone estivo, fra le tipologie più apprezzate dagli amanti del prezioso fungo. Oggi, grazie agli incentivi e alle opportunità offerte dai nuovi bandi regionali PSR e dai sussidi della filiera tartufi anche i giovani hanno ripreso in mano le redini delle tartufaie naturali, ma soprattutto hanno fatto della passione per la “cerca” un assist per dare vita a nuove start-up o arricchire le imprese pre-esistenti con offerte innovative e di forte appeal per una clientela selezionata. È il caso di Sabrina Muhic, che insieme al marito Marco Massaccesi, tartufaio “DOC”, ha intrapreso un percorso di crescita e sviluppo attraverso l’impiego ecosostenibile dei terreni di famiglia a Montemartano e dintorni, ampliati recentemente dall’acquisizione di altri appezzamenti per l’innesto di nuove tartufaie.

 

Il miglior “socio” è il cane

Lei titolare dell’azienda agricola Rosabrina, specializzata anche nella produzione di olio, lui tartufaio per passione. Insieme hanno dato vita, a partire dal “dopo Covid”, a una nuova realtà imprenditoriale basata sulla raccolta e commercializzazione di tartufi freschi, che non può prescindere dall’addestramento dei cani da cerca.

“Il rapporto con il cane è imprescindibile per chi svolge questo lavoro, senza un buon cane la ricerca è sterile – racconta Sabrina – io ho avuto fin da piccola un rapporto stretto e affettivo con i cani, avevo da bambina un setter irlandese da cui mi dovetti separare a 12 anni per problemi familiari, ne soffrii così tanto che mi ripromisi che non avrei più avuto un cane, poi la vita fa strani scherzi e grazie a Marco mi sono riavvicinata al mondo cinofilo; oggi abbiamo sei cani, tutte femmine, tre in casa e tre fuori. Per noi fra i miglior cercatori c’è il grifo nero della Valnerina, una razza autoctona ancora poco conosciuta, un cane agile, a pelo corto dal fiuto infallibile, anche sotto la neve. Il rapporto con il cane si basa su una simbiosi profonda che fa della coppia uomo-animale un tutt’uno, ma è fondamentale saper intercettare i bisogni del cane, decifrarli e convogliarli nella giusta direzione, lui ti parla e devi capirlo se vuoi raggiungere obiettivi e risultati”.

Per entrare in questa sorta di “zoo-psicologia” Sabrina ha frequentato corsi di formazione che l’hanno aiutata a comunicare meglio con il suo “socio” a quattro zampe, in particolare ha conseguito il diploma di Educatore CSEN, di Addestratore ENCI, ed è tecnico della pratica sportiva “pull out”. “L’abilità – ci spiega – è spostare l’attività dal ring al naturale, i cani bravi si applicano con profitto sia nei tre minuti di ricerca sul ring sia nella ricerca al naturale”.

Tanti dunque gli aspetti di cui tenere conto nell’addestramento del cane, per il quale la caccia al tartufo deve diventare un gioco, una pratica che lo fa divertire senza stancarlo.

 

 

Un’attività “in progress”

Negli ultimi anni l’attività di Sabrina e Marco si è espansa e continua a crescere allargando il proprio campo d’azione a mercati extraregionali, pur muovendosi su canali fisici che scartano, per scelta, l’e-commerce, dati anche i numeri che non contemplano almeno per ora produzioni massive e la tipologia operativa che fa leva sul commercio del prodotto fresco non lavorato.

“Il nostro mercato – dicono – è ancora di nicchia e si basa sul passaparola e su una clientela fidelizzata. Al momento lavoriamo in piccola parte sul mercato locale fornendo ristoranti, grossisti e clienti privati, ma molto di più con la Toscana, ad esempio, dove la domanda di tartufo delle nostre parti è molto alta. E, comunque, stiamo vivendo una fase di evoluzione che ci porterà ad essere presenti anche su altre piazze a largo raggio.”.

“Attualmente – ci confidano – siamo in una fase di implementazione e ampliamento dell’offerta, alternando la ricerca nelle tartufaie naturali al ricorso alle coltivazioni, da poco abbiamo acquisito tre ettari e impiantato un’altra tartufaia sulla montagna”.

Va premesso che per far fruttare una tartufaia coltivata occorrono anni. “Dai cinque ai dieci – precisa Marco – le nostre piantagioni di quattro anni cominciano a dare i primi frutti, per le altre realizzate da appena un anno ci sarà da aspettare”.

Il terreno calcareo e ferroso tipico dei Monti Martani si presta per tipologia e composizione allo sviluppo del nero pregiato e dello scorzone estivo in percentuale “fifty-fifty”.

 

 

Normativa da “svecchiare”

Una delle problematiche più stringenti del settore tartuficolo è la legislazione che norma il comparto, che si basa sulla legge 752/1985 ormai anacronistica. Purtroppo occorre aggiornare la normativa quadro alla luce dei mutamenti operativi e climatici intervenuti negli ultimi decenni che richiedono una revisione delle regole in materia di raccolta, produzione e commercializzazione del tartufo. Purtroppo, oggi, il tartufo non è ancora riconosciuto come prodotto agricolo, ma quel che è peggio le start-up operanti nel settore della coltivazione del tartufo si perdono in un ginepraio di ostacoli burocratici che ne rallentano l’iter.

“La coltivazione del tartufo – attestano i giovani tartuficoltori – non è ancora del tutto normata, ad esempio ci impedisce di abbinare, almeno per il momento, in un’unica attività, la pratica tartuficola con l’addestramento cinofilo, per il quale occorre prendere un’altra Partita Iva. Fortunatamente abbiamo ottenuto la certificazione biologica del nostro prodotto, che è di per sé un gran traguardo, ma ancora non etichettiamo, anche se non escludiamo di farlo in un futuro prossimo”.

 

 

Truffle experience, provare per credere

L’approccio con il cliente di Sabrina e Marco è empatico e inclusivo, nel senso che non si limita alla vendita del prodotto, ma a farlo toccare con mano a chi lo acquista. Da qui l’offerta innovativa delle “Truffle Experience”, un pacchetto di offerte destinate a chi intende prendere parte in prima persona alla cerca, vivendo l’emozione di una vera e propria caccia al tartufo, in un ambiente ospitale dove non mancano assaggi e degustazioni.

Rosabrina ha stretto, a riguardo, delle partnership con agriturismi del territorio per dare la possibilità al cliente di gustare i sapori della terra umbra e di vivere in prima persona l’emozione di vestire per un giorno i panni di cavatore a contatto con i veri tartufai che si offrono di fare da guida per la “Truffle Experience”, una full immersion nei profumi del bosco che emoziona e stimola chi la vive a riscoprire il piacere del contatto con la natura incontaminata dei boschi umbri.

Quella di Sabrina e Marco è la storia di una giovane coppia legata dal comune interesse per la natura e la tartuficoltura, da questi giovani arriva il messaggio autentico che una passione può diventare un lavoro, basta crederci con entusiasmo, impegno e voglia di crescere insieme.

 

Info: RosaBrina Azienda Agricola

Via dei Mestieri, 22 Spoleto (Pg)

Tel. +39 351 3733397

www.rosabrina.it

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