Di Simone Bandini
Vi raccontiamo del nostro incontro con Roy Santi e della sua agenzia ‘Dimore Toscane – Houses in Tuscany’ – del suo amore e delle profonde radici poste su questa terra. Un destino che la sua famiglia ha seguito, come tante altre in paese, grazie ad uno stretto rapporto elettivo e produttivo con la Gran Bretagna e, più nel particolare, con la Scozia. Siamo a Barga, nel cuore della Garfagnana. Roy è il nostro cicerone.
Passeggiare tra gli stretti e alti vicoli di Barga, le erte scalinate e le facciate delle antiche case ‘argentate’ che sembrano parlare tra di loro – è un’esperienza intima e romantica. Io, Chiara e Roy procediamo incantati fin sulla soglia della dominante terrazza della Collegiata di San Cristoforo che apre magnifici scenari ad occidente, dove scorgiamo l’occhiolino in lontananza della celebre Pania Forata.
“Sono nato nelle vicinanze di Liverpool, a Wallasey; i miei genitori erano di Barga, emigrati negli anni ‘50. I miei bisnonni – siamo ancora nell’800 – scelsero di stabilirsi in Scozia a cercare miglior sorte”.
Furono proprio i nonni, generazione di mezzo, i primi a nascere nelle terre del Nord. Dopo oltre un secolo, Roy aveva deciso di tornare ‘all’altro capo della fune’, un destino per la sua famiglia, una magica connessione tra l’Italia e la Gran Bretagna.
“Dopo aver studiato design industriale all’Università di Nottingham e aver lavorato per diverse imprese del settore in Inghilterra, ho maturato diversi contatti con molte aziende italiane con le quali avevo a che fare quotidianamente, poiché piuttosto quotate. Poi negli anni ’90 sono venuto a lavorare direttamente in Italia come art director. Il mito del design italiano mi ha sempre affascinato”, ci racconta.
“Ma come ti sei avvicinato al mondo immobiliare?”, chiediamo. “Quasi per caso. Decisi di mettere online un sito internet ad hoc per vendere la casa di famiglia, qui a Barga. Che funzionò. E si creò dunque un meccanismo”, precisa.
“Conobbi poi Rolando Gonnella, tecnico e geometra che mi disse del requisito del patentino di agente immobiliare, che poi decisi di conseguire. Ma non avevo mai pensato, prima di allora, che sarebbe diventato il mio lavoro. Certamente la mia sensibilità ed esperienza di designer sono state utili”, in fondo si tratta delle stesse dinamiche operative e commerciali: “Ho una intuizione innata per gli spazi, tridimensionale, fotografica, visiva che suscita in me l’atteggiamento positivo del ‘può essere’ – che aiuta a vedere dettagli e prospettive non ovvie, talvolta fuori dagli schemi”.
“Ma qual è la sensazione, oggi, di vivere e lavorare in paese?”. “Mi sento molto fortunato in quanto, quando si vive la routine, si rischia di non percepire più la ‘bellezza’. Tuttavia, Il quotidiano con i miei clienti stranieri mi permette di rievocare continuamente, con i miei e i loro occhi, l’incanto di queste terre”, ci dice ispirato.
“E la spinta determinante per molte famiglie ad eleggere Barga come prima o seconda residenza? Quali sono i fattori decisivi?”. “Indubbiamente – prosegue Roy – c’è sempre un certo romanticismo nella scelta e queste proprietà conservano un fascino irresistibile nel loro legame con il passato, mantenuto da ristrutturazioni fatte con gusto e rispetto della tradizione locale, grazie al rispetto delle architetture originali”.
Poi aggiunge: “Devo dire che gli ex-pats sono del tutto particolari; hanno scelto di abbandonare la loro zona di comfort gettandosi radicalmente in una nuova vita. Non sono nella media! E hanno molto coraggio e voglia di partecipare. Mi ricordano la mia scelta di venire in Italia, lo stesso salto nel vuoto – anche se in quegli anni la recessione bussava forte alla porta in Inghilterra”.
Barga è sempre stata particolarmente ospitale con gli ‘stranieri’: “Poiché essi stessi si sentono tali; non c’è una famiglia che non abbia una madrelingua inglese o qualcuno di loro che abiti all’estero, che siano la Scozia, gli Stati Uniti, il Belgio, e così via”.
La città è quindi a un tempo accogliente, pur tuttavia retrò: “Ciò che ci distingue e che attrae è la dimensione umana del vivere, informale, la conoscenza reciproca. D’estate c’è una vera e propria ‘invasione’ di italo-scozzesi grazie ai legami familiari ancora forti di questa storica identità barghigiana”.
Corsi e ricorsi storici. Partenze e ritorni. Nelle vicinanze, Bagni di Lucca, com’è noto, ospitò sin dal ‘700 i rampolli del Grand Tour europeo con il primo casinò che si conosca. Importante fu, inoltre, il richiamo aristocratico del Granducato di Toscana. D’altro canto, e in opposta direzione, la domanda di woodmen (boscaioli) dalla Scozia, provocò un considerevole movimento migratorio verso il Nord.
Ma torniamo al ‘mestiere’ attuale di Roy, l’agente immobiliare, passando dal romanticismo alla praticità: “Siamo nati proponendo oggetti di prestigio, poi il mercato è diventato più trasversale con una forbice di budget molto più variabile: a volte mi sembra di essere un agente segreto, seguendo trattative riservatissime!”.
Oltre alle relazioni elettive con il mondo anglosassone, i mercati emergenti vedono le richieste di molti polacchi, ungheresi, accanto a quelle di svedesi e danesi (da ormai vent’anni).
La forza di questo pool di professionisti è la sua dinamicità che elargisce più del dovuto in termini di servizio e consulenza, anche dopo la vendita; la capacità di affrontare insieme questa complessità.
“Ti senti inglese o italiano?”, lo incalziamo. “La mia identità va molto oltre i miei documenti”, la risposta è alquanto efficace.
Info: Dimore Toscane, Via G. Marconi 14, Barga (Lu) / Tel. 0583 723698 / Mob. 348 8607786 (Roy) / www.dimoretoscane.com / www.housesintuscany.com / roysanti@dimoretoscane.com / roy@housesintuscany.com