Yoshimi 01

Per giorni settimane e mesi abbiamo vissuto in un mondo assoggettato al ritmo della pandemia. Stravolto. Da reinventare.  Sopravvivere unica parola d’ordine.  Prima, banalmente, al Covid19. Poi alle conseguenze: la lungodegenza nell’appartamento e l’obbligo di costruirsi una nuova non desiderata ma imposta vita: reclusione forzata.  Mattine pomeriggi sere e nottate senza sonno e senza risveglio. Una linea continua tra un giorno e il giorno successivo. La riscoperta della noia, insomma.  La necessità di vedere, e «appartenere», a parenti fidanzate amici e l’impossibilità di avvicinarsi fisicamente.  Obtorto collo ci siamo abituati a ordini inediti e obbligati: lavarsi spesso le mani, sanificare ambienti, mantenere le distanze, indossare mascherine (divenute capo distintivo della primavera/estate 2020). E infine, non ultimo, per chi ha avuto la fortuna organizadi non venire contagiato: la necessità improcrastinabile di mantenere stabile l’equilibrio economico-finanziario della propria vita lavorativa. In questo caso più delle misere sovvenzioni statali – a singhiozzo e del tutto insufficienti a fronteggiare la crisi – a chi gestisce un’impresa può arrivare in soccorso la lettura, o rilettura, di Images, sottotitolo: Le metafore dell’organizzazione: 529 pagine vergate su carta da Gareth Morgan sul finire degli anni ‘80, e destinate, in poco tempo, a divenire un best seller internazionale capace di cambiare profondamente il concetto di «organizzazione».

Un nuovo modo di guardare dalla finestra, insomma, che invita l’uomo-imprenditore ad abbandonare schemi obsoleti per scovare continuamente nuove strade in vista di un cambiamento ambientale, positivo o negativo, che certamente avverrà. «Questo approccio – scrive nella medesima pagina Morgan – ci aiuta a capire che gestire un’organizzazione, guidare un sistema sociale e gestire la propria vita personale significa saper gestire le contraddizioni» e osserva ancora: «il cambiamento è in grado di autoorganizzarsi ed è un fenomeno emergente che non può essere predeterminato o controllato». L’indubbia forza dell’approccio «per metafore» di questo libro risiede nel suggerire che ancor prima di mettere in campo tecniche e strumenti, effettuare una progettazione organizzativa significa adottare un concetto e guardare il mondo attraverso il filtro di quel concetto. In particolare i concetti/metafore proposte da Morgan sono otto: Macchina, Organismo, Cervello, Cultura, Politica, Prigione psichica, Cambiamento, Dominio. Ognuna è approfondita da un capitolo dedicato. La crisi attuale ha costretto la quasi totalità delle organizzazioni/imprese a rinnovare i parametri di gestione. Ed ecco che, nell’arco di qualche giorno, i ristoranti sono stati costretti a munirsi di pannelli in plexiglas, inventare un servizio di consegne a domicilio, creare daccapo un menu e – in pratica – ridisegnare il ristorante-luogo-di-lavoro seguendo nuovi e improvvisi paradigmi. Ed è, in buona sostanza, il metodo suggerito da Morgan, farsi trovare mentalmente pronti al cambiamento.

Grazie a questo approccio, e nonostante i fin troppo conosciuti orpelli della burocrazia, in molti stanno superando la buriana, ma in altri, purtroppo, sono rimasti con il fatturato a zero, o peggio hanno dovuto chiudere bottega. La differenza tra i primi e i secondi talvolta risiede specificatamente in un diverso approccio alla fase lavorativa, ovvero all’aderenza a un tipo di «metafora» piuttosto che a un’altra. Ognuno di noi, almeno in ambito lavorativo, è ciò che viene percepito e sperimentato dagli altri, non quello che pensiamo di essere. Images, tramite l’uso di metafore, ci aiuta a riappropriarci del nostro impatto sulla realtà sociale: a capire quando tale impatto va modificato, come e in quali tempi.

Un libro e un disco. Nel 2002 i Flaming Lips, compagine dream-pop con base a Oklahoma City, davano alle stampe l’assurdo astratto incredibile Yoshimi Battles the Pink Robots, suoni colori, viaggi nipponici, un demone – con le sembianze del coronvirus (guardare la cover per credere) ma disegnato diciotto anni fa (!) – viene annientato distrutto disintegrato da una bambina. Ascoltare, ascoltare e leggere. Buon 2020 (almeno nel secondo semestre).