Di Alessia Benelli

 

Locuswomb festeggia i due anni di attività lanciando un nuovo concept brand.

 

Locuswomb festeggia due anni di apertura (esattamente l’8 ottobre) e ha deciso di farlo lanciando un nuovo brand “L/W Mugello ink corp.” Locuswomb può essere definito un concept store orientato al mondo del tatuaggio; ma non è corretta neanche questa dicitura.
Sarebbe preferibile definirlo un concentrato di creatività in cui il tatuaggio diventa il filo conduttore di ogni attività. Il ‘Locus’ è un crocevia di artisti del tatuaggio, del piercing e di creativi di moda, musica e grafica, per questo motivo il fondatore del negozio/studio di Barberino del Mugello, Massimo Miai, ha voluto inserire la parola corp. (cioè l’abbreviazione di corporation).
Locuswomb è un luogo unico in Mugello ed in generale in tutta Firenze e per celebrare questa unicità è nato il sottobrand che contiene il nome della zona in cui si trova, appunto il Mugello.
La prima collezione per il lancio del marchio è ispirata alle sottoculture americane, il movimento cholo/chicano (quello della parte ispanica) e quello Trap (la moderna continuazione dell’hip hop). Mescolandole insieme si ottiene un connubio di “new gangsta trend”.

Il volto coperto da un passamontagna, i tatuaggi in vista e le vestibilità oversize con scritte di impatto sociale fanno da apripista e ricreano sul nostro territorio atmosfere da ghetto di oltreoceano. Un impatto talmente potente che va oltre, diventando pura moda e denunciando il movimento attuale del “solo apparire”. In contrasto al dominio dell’apparenza, questa tendenza si caratterizza
anche nel coprirsi il volto. Un trend lanciato qualche anno fa da Kanye West e ripreso da un altro artista internazionale della Trap, Travis Scott; una tendenza che sta spopolando e sdoganando anche nei fast fashion store europei.

Questa commistione tra moda, tendenze ed arte è dovuta alla personalità del fondatore di Locuswomb. Massimo, infatti, ha sempre avuto una spiccata passione per tutto ciò che riguarda i movimenti subculturali (da intendersi come un insieme di tendenze che non sono condivise dal mainstream) parallelamente a quelli patinati. Uscito dalle scuole superiori ha aperto un vintage store e ufficio stile, dove faceva ricerca per i designer di alta moda. “Quella esperienza – ricorda Massimo – mi ha permesso di capirne i meccanismi e come nascono le tendenze”.

L’amore per il mondo dei tatuaggi, invece, è stato un colpo di fulmine. “Fin da piccolo ero affascinato dai tatuaggi dei più grandi che vedevo nel quartiere dove sono cresciuto, poi quando ho compiuto 18 anni sono corso a farmene uno – spiega -. Da lì, ho iniziato a frequentare gli studi fiorentini. Quello che mi attraeva maggiormente era sì la tecnica artistica, ma soprattutto l’atmosfera che si respirava nei laboratori. Quella che noi chiamiamo la ‘vita da studio’, ovvero la ricerca storica, culturale, sociale, tecnica e stilistica che porta alla vera e propria realizzazione del tatuaggio. Una ricerca che si trasforma in un percorso infinito, che per me è impagabile. Avevo sempre avuto una propensione per il disegno ma non mi sarei mai aspettato di diventare un tatuatore professionista, per me era una cosa magica, quasi impossibile da raggiungere”.

Oggi Massimo è un artista riconosciuto a livello nazionale ed è considerato uno dei maggiori esponenti dello stile che lo rappresenta, quello religioso, che lui ha riadattato peró, alla storia e cultura italiana ribattezzandolo “Italian Religious Tattoo.”

“Ho studiato a lungo (e continuo a farlo) per creare uno stile che mi contraddistinguesse – ci racconta -. Sono da sempre appassionato di iconografia religiosa e affascinato da tutta la simbologia che nasce dalle sette segrete e i movimenti minori (che si collega alla mia passione per le subculture). In particolare sono attratto dai simboli della Divina Commedia. Mi sono inserito in una categoria già esistente, quella del black and grey legata allo stile religioso, ma non volevo ricreare disegni già esistenti, volevo dar loro una mia riconoscibilità. L’arte sacra è una costante del nostro Paese, fa parte della nostra quotidianità. Per esempio, basta uscire di casa e ci imbattiamo in un tabernacolo. Ho quindi voluto riportare nel tatuaggio uno ‘stile italiano’ che spesso non viene mai identificato ma che esiste da sempre”.

Massimo è un vero professionista del tatuaggio, infatti la sua manualità gli ha permesso di specializzarsi anche nel tatuaggio realistico e del fineline. In Locuswomb ha costruito una ‘corporation’ di tattoo artist capaci di realizzare ogni stile dal classico traditional/old School, al giapponese, il lettering, il tribale, il realistico , l’ illustrativo, lo stile grafico, il geometrico, l’ornamentale fino al
contemporaneo con tutte le sue sottocategorie.

Inoltre Locuswomb è il primo studio a riunire esperti di handpoke, ovvero, la tecnica che vede la realizzazione a mano senza l’uso della macchinetta. Ogni anno, a giugno, viene organizzato “Tecniche Imperfette” un festival handpoke che nel 2024 arriverà alla terza edizione. Un’iniziativa resa possibile dallo spazio poliedrico in cui si trova lo studio. “Qui al LocusWomb – spiega Miai – ho ricreato l’ambiente che mi ha fatto innamorare dei tatuaggi (portandolo ad un livello successivo e attuale), e che voglio trasmettere e condividere con tutti coloro che passano da questo spazio. Il festival è un connubio di arte, tatuaggio e musica che rappresenta appieno questo concetto”.

 

 

Tante le news pronte per il 2024 che confermano la duttilità e la passione del tattoo/concept. Tra le altre iniziative, Massimo lancerà “Wombcast”, un podcast che strizza l’occhio al tatuaggio ma con una visione contemporanea, e saranno organizzati diversi seminari mirati ad approfondire la tecnica dei vari stili.

A questo punto non vi rimane che passare da Locuswomb domenica 8 Ottobre per festeggiare il suo secondo compleanno!

 

Info: Locus Womb, Via del Lago, 31 – Uscita A1, Barberino di Mugello (Fi) / Tel. 055 19850744 / www.locuswomb.com / Mail: info@locuswomb.com